Naro, Tari troppo alta: l’assessore accusa la vecchia giunta e incontra ditte. Ma può farlo?
In una provincia, quella di Agrigento, dove la politica sembra credersi al di sopra delle regole, come denuncia più volte anche la stampa locale, si consumano vicende che pongono dubbi non solo etici ma anche di legittimità amministrativa.
È il caso del Comune di Naro, dove durante l’ultima seduta del consiglio comunale, l’assessore al Bilancio Maria Maniscalchi ha preso la parola con toni accesi, dichiarando che l’attuale amministrazione ha dovuto votare delle aliquote Tari “a discapito dei cittadini” perché costretta da una situazione trovata già consolidata: “Dobbiamo prenderci la responsabilità, ma non potevamo cambiare tutto con una bacchetta magica”.
La Maniscalchi ha annunciato anche una campagna di accertamenti verso gli evasori totali della Tari, al fine di ampliare la platea dei contribuenti e, nel tempo, ridurre la pressione fiscale sugli altri cittadini. Una mossa che – se attuata con trasparenza – rappresenterebbe un passo verso l’equità fiscale.
Il nodo critico: gli incontri “informali” con ditte private
Il vero punto critico del discorso dell’assessore, però, non è solo la denuncia di una Tari aumentata da “scelte poco oculate, forse anche per dolo” da parte della precedente amministrazione. Ma il fatto che la stessa assessora ammette pubblicamente di aver incontrato altre ditte per rinegoziare o valutare future forniture nel settore dei rifiuti: “Abbiamo avuto numerosi incontri con altre aziende fornitrici per ottenere un risparmio stimato di circa 500.000 euro rispetto al passato”.
Una dichiarazione molto grave sotto il profilo amministrativo. Un assessore è un organo politico e, come tale, non ha la funzione né l’autorità per trattare direttamente con ditte private in vista di eventuali gare o affidamenti. Questo compito spetta esclusivamente alla parte tecnica dell’Ente, nel rispetto dei principi di evidenza pubblica, trasparenza e imparzialità.
Incontri ufficiali o iniziative personali?
E qui si apre una domanda fondamentale: con quale titolo e in quale sede si sono svolti questi incontri? Esistono verbali ufficiali? Sono stati formalizzati come atti amministrativi? Sono state coinvolte le strutture competenti? Se così non fosse, ci troveremmo di fronte a un grave sconfinamento del ruolo politico nell’ambito amministrativo, che rischia di inquinare – ancor prima che partano – le prossime procedure di gara per il servizio rifiuti.
Dolo presunto e ambiguità politica
La Maniscalchi parla di dolo possibile nelle scelte fatte dalla giunta precedente, ma nel frattempo incontra ditte per una futura gara. È proprio questa la contraddizione centrale: mentre si denuncia opacità altrui, si agisce in una zona grigia che pone più di un interrogativo sulla trasparenza dell’attuale gestione.
In un territorio dove – come spesso si afferma – la politica si muove con una sorta di “immunità speciale”, casi come quello di Naro rappresentano un segnale d’allarme. Le istituzioni devono agire nel rispetto dei ruoli e dei limiti di legge, soprattutto quando si gestiscono fondi pubblici e si decide sulla pelle dei cittadini.
L’intervento del consigliere Valvo
Come si può vedere nel video a corredo dell’articolo, il consigliere di opposizione Valvo ha immediatamente fatto notare all’assessore Maniscalchi il clamoroso scivolone, sollevando pubblicamente il problema e chiedendo al Segretario Generale del Comune di attenzionare le dichiarazioni rilasciate in aula. Un intervento che ha acceso i riflettori su una situazione delicata, che ora merita chiarimenti formali e ufficiali.
La riduzione della Tari è un obiettivo condivisibile, ma non può diventare il pretesto per scavalcare le regole. In caso contrario, le promesse di “cambiamento” rischiano di trasformarsi in una replica, con volti nuovi, delle stesse dinamiche che si vorrebbero denunciare.

