Una Fondazione intitolata ad Antonio Montinaro, assistente della Polizia di Stato e capo della scorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci del 23 maggio 1992 insieme ai colleghi Rocco Dicillo e Vito Schifani, al magistrato e alla moglie Francesca Morvillo.
Una nuova realtà all’insegna del civismo nata per volontà di Tina Montinaro, vedova del poliziotto, con l’obiettivo di sostenere nuclei familiari con figli affetti da gravi patologie, supportare il percorso dell’istruzione di studenti brillanti in condizioni di disagio economico attraverso l’assegnazione di borse di studio e promuovere l’avvicinamento e il dialogo tra cittadini e Forze dell’Ordine, alimentando la cultura della legalità e rafforzando il senso di comunità e coesione sociale.
La Fondazione “Antonino Montinaro” è stata presentata ufficialmente a Palermo, negli spazi del Teatro Politeama Garibaldi, nella mattina di lunedì 8 settembre.
Una data scelta non a caso.

“Il giorno non è casuale – spiega Tina Montinaro – perché ricorre il compleanno di mio marito Antonio, uomo di Stato e orgoglioso di vestire la divisa”.
Moderato dal regista Mauro Parissone, l’evento ha visto la presenza della stessa Tina e di numerose autorità tra cui il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la deputata alla Camera Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, il capo della Polizia Vittorio Pisani, Roberto Lagalla e Massimo Mariani, rispettivamente sindaco e prefetto di Palermo e numerose alte cariche militari, civili e religiose.
Nei loro interventi, sia il ministro che la presidente della Commissione Antimafia hanno sottolineato la volontà di intervenire a contrasto della criminalità urbana.
L’impegno delle istituzioni si concentra soprattutto sulla delinquenza dei più giovani, con l’intento di sottrarli alla attività illegali e ai comportamenti antisociali.
“Antonio amava i giovani – spiega Tina Montinaro – ed era un uomo generoso: per questo, ho pensato a qualcosa di concreto, che potesse aiutare il prossimo”.
In continuità con l’operato dell’associazione “Quarto Savona Quindici”, già attiva in tutto il territorio nazionale e voluta dalla stessa vedova per perpetuare la memoria dell’eccidio di Capaci e “trasformare il dolore in azioni concrete”, la Fondazione mira a promuovere i valori della giustizia, del rispetto delle leggi, della Costituzione e dello Stato.
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