Con una cerimonia sobria ma intensa, poeti e scrittori hanno reso omaggio al grande drammaturgo agrigentino Luigi Pirandello nel luogo simbolico del Caos, tra letture, emozioni e memoria collettiva.
Alle 3.30 del mattino, nel silenzio sospeso tra la notte e l’alba, Agrigento ha reso omaggio al suo figlio più illustre, Luigi Pirandello, nel giorno del 158° anniversario della sua nascita, avvenuta il 28 giugno 1867.
Sotto il cielo stellato, nel luogo del Caos, tra i profumi della terra e le suggestioni del passato, si è svolta una commemorazione sobria ma profondamente sentita, nel rispetto della figura e del pensiero del grande drammaturgo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934.
Nato da Caterina Ricci Gramitto, figlia di un patriota morto in esilio a Malta, e da Stefano Pirandello, Luigi fu il secondo di sei figli. La sua infanzia, segnata da un ambiente familiare colto e appassionato, avrebbe ispirato alcune delle pagine più intense della letteratura italiana.
Le voci dei poeti nella notte delle lucciole
A rendere omaggio allo “scrittore dell’anima” sono stati i poeti Enzo Galvano, Vera Di Francesco e Stella Camilleri, che hanno declamato versi intrisi di emozione, evocando la presenza di Pirandello tra quelle mura e quegli alberi che tanto hanno significato nella sua formazione.
L’atmosfera è stata resa ancor più intensa dal simbolico dialogo che il presidente del Cepasa, Paolo Cilona, ha intessuto con l’“Uomo del Caos”: un momento toccante e partecipato, che ha saputo restituire l’eco del pensiero pirandelliano al presente.
“Per il popolo la storia non è scritta; o se è scritta, esso la ignora o non se ne cura; la sua storia esso se la crea, e in modo che risponda ai suoi sentimenti e alle sue aspirazioni”
– Luigi Pirandello
Con queste parole, tratte dal suo romanzo “I Vecchi e i Giovani”, si è voluto sottolineare quanto la storia e la letteratura siano vive solo quando diventano coscienza collettiva, radice di identità e stimolo al pensiero critico.
Il tradizionale omaggio a Porto Empedocle
Come da consuetudine, i presenti si sono poi spostati a Porto Empedocle, città simbolica nella vita di Pirandello, per una foto ricordo davanti al monumento a lui dedicato in via Roma, dove lo scrittore è ritratto in bronzo con lo sguardo severo e malinconico rivolto verso l’infinito.
Celebrarlo a notte fonda, in quella terra aspra e luminosa che tanto ha inciso sulla sua visione del mondo, significa riportarlo tra noi, ricordando che Pirandello non è solo un monumento letterario, ma un interrogativo vivo sulla verità, sull’identità, sul teatro della vita.
Agrigento gli ha reso omaggio in punta di piedi, con rispetto, poesia e senso di appartenenza. Perché 158 anni dopo, Pirandello continua a parlare alle nostre inquietudini più profonde.