Quelli dell’associazione “U carrettu giurgintano” sono molto seccati. Lo fanno con garbo, con rispetto, ma lo sono e hanno tutti i motivi per esserlo. Domenica scorsa, per inusuali motivi di sicurezza, gli organizzatori della Sagra e le forze dell’ordine hanno vietato loro di svolgere la tradizionale e storica sfilata dal cinema Ciak fino al Viale della Vittoria, transitando dalla via Atenea. Mai accaduto, come se la sicurezza fosse stata a rischio domenica scorsa. E dire che altri cavalli, quelli dell’associazione “I cavalieri della Valle”, tutti sellati e senza carretto, la loro sfilata l’hanno fatta, da piazza stazione al viale della Vittoria, ovvero il percorso alternativo proposto dagli organizzatori che, l’associazione dei carretti siciliani ha invece ritenuto non idoneo per tradizione e logistica. Ognuno ha la propria storia, le proprie tradizioni. Evidentemente e non c’è da dubitare, la via Atenea non era calpestabile dai cavalli con carretto siciliano e non ha vie di fuga. Tutto questo ha spinto le autorità a dire no alla sfilata sui sanpietrini del corso principale del capoluogo. Fino allo scorso anno pericoli zero. Quello che lascia stupiti è che da anni i cavalli e i carretti hanno attraversato il “salotto cittadino”, anche grazie alla professionalità di che con i cavalli quasi ci dorme e i carretti li custodisce come figli. Simboli indiscussi e indiscutibili di cultura identitaria, messi da parte per improvvisi motivi di sicurezza, nell’anno in cui Agrigento è capitale della Cultura. Pirandello ne avrebbe da scrivere anche su questa vicenda, decisamente curiosa. Sarebbe bastato comunicare una settimana prima questo cambio di percorso, evitando a decine e decine di persone di arrivare ad Agrigento con cavalli e carretti, per poi non fare nulla. Ma il concetto di “somma urgenza” ad Agrigento è ormai la prassi, tutto si fa all’ultimo e chissenefrega anche sui cavalli e i carretti.
“Le origini e le tradizioni, come la sicurezza, meritano rispetto” …
“Le origini si rispettano – dicono i “carradori” – erano venute decine di persone da molti comuni siciliani, con i loro cavalli e i loro carretti e abbiamo saputo solo la sera prima che la sfilata non si sarebbe svolta come da anni accadeva. Ci sono spese, costi, impegni, responsabilità per tutti noi che curiamo da anni il settore dei cavalli e dei carretti siciliani”, sottolineano dall’associazione “U carrettu giurgintanu”, con i suoi 15 anni di storia ormai alle spalle e unanimi consensi ottenuti in tutti i luoghi nei quali ha fatto sfilare i propri “gioielli”. “Mai avuto problemi in tutte le altre città nelle quali siamo andati, ma ormai ad Agrigento, nella nostra città, c’è da aspettarsi di tutto”, sottolineano dall’associazione. “Non abbiamo nulla contro le autorità – concludono – ma meritavamo maggiore cura sulla tempistica e sulle comunicazioni relative al cambio di programma”. Nei prossimi giorni il gruppo si riunirà per fare il punto della situazione e valutare eventuali iniziative di sensibilizzazione, su quanto accaduto domenica scorsa, giornata finale della Sagra del Mandorlo in Fiore. Il tutto, in una città dove le regole si riscrivono in corsa, spesso per favorire questo o quell’amico del politico di turno, dove anche tradizioni secolari sono a rischio.

