Nessuna azienda ha risposto all’avviso della Fondazione Agrigento 2025 per il servizio di fund raising (raccolta di sponsorizzazioni). Dopo mesi di attesa, Report Sicilia rompe il silenzio: “Abbiamo aspettato l’ultimo tratto dell’anno per dare un giudizio, ora è doveroso parlare.”

Cinque mesi alla fine del 2025. È questo il punto da cui partiamo oggi, consapevoli di aver atteso in silenzio, osservato con rigore e pazienza, nella speranza che qualcosa potesse cambiare, che un segnale positivo potesse arrivare.

Report Sicilia ha scelto deliberatamente di non esprimere giudizi affrettati, nella convinzione che ogni grande progetto culturale debba essere misurato sui risultati finali, non sulle promesse. Ma ora che siamo entrati nel rush finale, e che gli esiti sono ormai consolidati, non possiamo più tacere.

Il fallimento del fund raising (raccolta di sponsorizzazioni private) lanciato dalla Fondazione Agrigento 2025 è ormai un dato ufficiale: nessun operatore economico ha partecipato, nessuna proposta è stata ricevuta, nessuno ha creduto nel progetto.


Un avviso costruito per scoraggiare

I motivi di questo flop sono scritti nero su bianco nell’avviso stesso:

  • La Fondazione si riservava la possibilità di annullare tutto, anche dopo la ricezione delle domande, senza obblighi verso i partecipanti.

  • Il Responsabile Unico del Progetto decideva a proprio giudizio insindacabile, senza punteggi, senza commissione, senza criteri pubblici.

  • La Fondazione poteva addirittura trattare direttamente con alcuni sponsor, escludendo il soggetto incaricato.

In pratica, nessuna impresa avrebbe mai avuto la certezza di ottenere l’incarico, anche qualora avesse partecipato con tutti i requisiti.


Una città che non è riuscita a diventare credibile

Ma c’è un dato ancora più grave: Agrigento, pur insignita del titolo di Capitale Italiana della Cultura, non ha saputo rendersi attrattiva per il mondo privato.

Gli sponsor non sono arrivati perché:

  • Il progetto culturale è rimasto confuso, opaco, disorganico.

  • Non c’è stata una campagna di promozione degna di un evento nazionale.

  • L’amministrazione comunale è apparsa spesso scollegata, disattenta, più impegnata in passerelle che nella gestione reale.

  • I ritardi, le improvvisazioni, le tensioni interne alla Fondazione hanno fatto il resto.

Il risultato? Nessun brand ha voluto associare la propria immagine a un contesto così incerto.


Una Capitale della Cultura senza cultura gestionale

Il fund raising (raccolta fondi da sponsor) è stato pensato male, scritto peggio, e rilanciato nel vuoto senza una strategia. E anche i più ottimisti oggi si ritrovano a constatare l’evidenza: Agrigento non è mai uscita davvero dai suoi meccanismi opachi, dai piccoli giochi di potere, dai soliti circuiti chiusi.

Il rischio ora è che Agrigento 2025 finisca nella lista dei titoli sprecati, una di quelle occasioni che avrebbero potuto cambiare il volto di una città ma che sono state divorate da interessi, superficialità e autoreferenzialità.


La nostra voce oggi

Abbiamo scelto di parlare ora, a cinque mesi dalla conclusione dell’anno della Capitale, perché è questo il momento della verità.
E la verità è che nessuno ha voluto scommettere su Agrigento, se non Agrigento stessa. Ma con regole così scritte, non poteva essere una scommessa vincente.

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