In vista della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione di AICA – la società consortile che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Agrigento – si alza forte e chiara la voce dell’onorevole Giovanna Iacono, deputata del Partito Democratico alla Camera: “Non si può più agire con leggerezza. La gestione dell’acqua non può diventare terreno di spartizione politica”.
Un messaggio netto che arriva in un momento drammatico per la provincia: crisi idrica senza precedenti, con razionamenti crescenti che colpiscono cittadini, imprese e agricoltura; una gestione in squilibrio finanziario; tariffe sempre più alte; un’inchiesta della Procura della Repubblica che ha scoperchiato un presunto sistema di corruzione sugli appalti pubblici, con particolare riferimento al maxi appalto da 37 milioni per il rifacimento della rete idrica di Agrigento.
“Siamo di fronte a un sistema che ha trasformato la gestione dell’acqua in un’occasione di potere e arricchimento per pochi, a scapito del bene comune e del diritto dei cittadini a un servizio efficiente, equo e trasparente” – denuncia Iacono.
L’onorevole lancia quindi un appello ai sindaci della provincia, e in particolare a quelli del Partito Democratico, chiedendo una rottura netta con le logiche del passato: “Serve una discontinuità radicale. Non possiamo più tollerare nomine basate su logiche di partito e fedeltà politica. Il nuovo CDA di AICA deve essere formato da figure competenti, indipendenti e di alto profilo, capaci di garantire efficienza, trasparenza e sostenibilità nella gestione idrica”.
“La gestione dell’acqua – conclude – è cartina di tornasole della qualità della democrazia e della giustizia sociale. L’acqua non è una merce. È un diritto, è un bene comune. E soprattutto deve rimanere pubblica”.
Parole che pongono con forza il tema di una rifondazione etica e gestionale di AICA, in un territorio che attende da troppo tempo risposte concrete, giustizia e dignità.

