Nuova aggressione nel carcere di Noto: poliziotto ferito al volto da un detenuto. SAPPE denuncia carenze organiche e strutturali: “Ora basta!”.
Noto – Torna sotto i riflettori la Casa di reclusione di Noto, dove nella tarda mattinata di domenica 24 agosto 2025 si è consumata l’ennesima aggressione ai danni di un appartenente alla Polizia Penitenziaria.
Secondo quanto denunciato da Calogero Navarra, segretario per la Sicilia del SAPPE, intorno alle 12:40 un detenuto facinoroso, già noto per atteggiamenti violenti, ha colpito con violenza al volto un Assistente Capo Coordinatore dei Baschi Azzurri, costringendolo al trasferimento urgente in ospedale.
Navarra sottolinea come la situazione sia ormai insostenibile:
“Il PRAP e il DAP continuano a destinare a Noto soggetti non compatibili con la struttura. Solo nel 2025 l’organico del reparto ha perso 11 unità e ne ha guadagnate appena 5: i turni arrivano a 12 ore, le sezioni vengono accorpate e la sicurezza è ridotta al minimo”.
Il sindacalista racconta anche la dinamica paradossale che ha preceduto l’aggressione: il detenuto pretendeva di utilizzare la barberia in orario di chiusura. Al rifiuto dell’agente, approfittando dell’apertura della cella per il ritiro della spazzatura, è uscito arbitrariamente e ha scatenato la violenza. Navarra chiede un segnale immediato: la sospensione dell’uso dei phon e delle salette ricreative, e l’invio di almeno 15 nuove unità di rinforzo entro settembre 2025.
Le richieste del SAPPE
Solidarietà all’agente ferito è stata espressa anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che riconosce un clima politico più attento rispetto al passato, ma sollecita “atti concreti, urgenti e coraggiosi”.
Capece propone una revisione complessiva dell’organizzazione penitenziaria:
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Tre livelli di sicurezza (massima, media, custodia attenuata), con differenti modelli di gestione.
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Più Polizia Penitenziaria nelle strutture di massima sicurezza e, negli istituti minori, maggiore spazio ad educatori e assistenti sociali.
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Attivazione dei ruoli tecnici del Corpo: medici, psicologi, e in prospettiva figure socio-pedagogiche.
Il leader nazionale del sindacato insiste su un principio chiave:
“Sicurezza e diritti sono un binomio inscindibile. La pena deve preparare al ritorno alla vita civile, ma la Polizia Penitenziaria non può sostituirsi agli educatori: il suo ruolo è sicurezza e osservazione”.
Capece rilancia anche una proposta di riforma strutturale: trasformare il Nucleo Investigativo Centrale (NIC) in un vero e proprio Servizio Centrale di Polizia Giudiziaria, al pari delle altre forze dell’ordine, in virtù dei successi già ottenuti contro criminalità organizzata e terrorismo.
Una struttura al limite
Il carcere di Noto, un tempo considerato un modello di efficienza, è oggi al collasso per carenze di personale, criticità logistiche e sovraffollamento di detenuti non compatibili. Il SAPPE avverte: senza interventi immediati, l’istituto rischia di implodere, con gravi conseguenze per la sicurezza interna ed esterna.


