La vicenda dell’incidente mortale in cui ha perso la vita Marco Chiaramonti, lungo Viale Emporium ad Agrigento, assume oggi contorni più complessi. Oltre al già doloroso destino della vittima, si apre la porta a responsabilità istituzionali — e forse penali — che fino a ieri non sembravano emergere con forza così evidente.
L’indagato: un ulteriore passo nell’inchiesta
È stato reso noto che nell’ambito dell’inchiesta è stato iscritto un indagato. Sebbene tale iscrizione non implichi di per sé una condanna futura né una presunzione di colpevolezza — è un atto dovuto nel processo penale — essa segna un’evoluzione significativa nel procedimento: da una tragedia confinata al destino individuale a un evento che dovrà essere analizzato nei suoi rapporti con le responsabilità amministrative e tecniche.
La nomina dell’indagato dimostra che la Procura ritiene sussistano elementi da verificare contro qualcuno, ad esempio per negligenza, omissione o gestione inadeguata della manutenzione stradale. Questo può innescare approfondimenti (interrogatori, acquisizione documenti, perizie) in un ambito che va ben al di là del semplice incidente fortuito.
La segnalazione mai attuata: “Comune sapeva e non intervenne”
Un elemento chiave che cambia profondamente la prospettiva sull’accaduto è una documentazione interna al Comune, acquisita da Report Sicilia, che attesta la segnalazione di una “buca / avvallamento / cedimento” su Viale Emporium, precisamente in corrispondenza del numero civico 19, già il 28 febbraio 2025 alle ore 14:00. Report Sicilia.it
Il registro delle segnalazioni attribuisce l’avviso all’“architetto Angelo Lezza dell’Ufficio Strade, all’ingegnere Avenia e al reperibile AICA”. Ciò prova che il Comune era informato, che i tecnici competenti erano stati messi al corrente e che quel tratto stradale era monitorato. Report Sicilia.it
Quanto più grave: i fondi per la manutenzione stradale c’erano. In bilancio risultano stanziati 1,7 milioni di euro, di cui circa 400 mila euro provenienti dalle contravvenzioni stradali. Report Sicilia.it Eppure, malgrado l’allarme e la disponibilità economica, non fu intrapresa alcuna azione significativa per mettere in sicurezza quel manto stradale prima dell’incidente.
Nella prassi della gestione pubblica, ignorare una segnalazione così precisa e documentata non può essere considerato pura superficialità: implica scelte politiche, priorità amministrative e valutazioni di rischio – che ora potrebbero essere oggetto dell’attenzione della Procura.
“Non potevamo dire di non sapere”
L’esistenza di quella segnalazione scritta neutralizza – almeno preliminarmente – una delle possibili linee difensive: “non eravamo a conoscenza del pericolo”. Quel tipo di affermazione perde forza quando il pericolo era formalmente segnalato e consegnato agli uffici competenti.
Se emergerà che né il dirigente né i tecnici abbiano adottato misure minime di messa in sicurezza (chiusura, segnaletica, interventi d’urgenza), la linea delle responsabilità potrà essere fortemente rafforzata. Ci sarà da chiarire chi (nel Comune, nell’ufficio strade, nelle società appaltatrici) doveva agire e non lo ha fatto.
I nuovi scenari che si aprono
Con l’iscrizione dell’indagato, le indagini potranno allargarsi fino a comprendere:
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Perizie tecnico-stradali: per stabilire se quel cedimento fosse tale da costituire pericolo apprezzabile e se l’intervento fosse tecnicamente possibile e richiesto;
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Verifica della catena decisionale: chi ha ricevuto la segnalazione, chi doveva disporre l’intervento, chi ha firmato i provvedimenti;
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Controllo della destinazione dei fondi: se i 1,7 milioni stanziati – e in particolare i 400 mila derivanti dalle multe – siano stati utilizzati secondo le norme e le priorità previste, o siano stati destinati ad altri capitoli (come l’acquisto di automezzi comunali, secondo alcuni rilievi) Report Sicilia.it;
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Responsabilità politiche e amministrative: non solo tecnici, ma chi ha il potere di dettare le priorità della spesa comunale potrebbe essere chiamato a rispondere (consiglieri, assessori, dirigenti).
Il fatto che l’Amministrazione avrebbe deciso piuttosto di investire nelle auto comunali invece che nella manutenzione stradale – come lamentato da alcuni – assume oggi un rilievo politico e persino penale. Report Sicilia.it
Perché questo racconto merita di essere raccontato
Il caso Chiaramonti non è soltanto un incidente tragico: è un simbolo di ciò che può accadere quando le Istituzioni ignorano segnalazioni utili, quando le risorse destinate alla sicurezza restano impiegate altrove, quando la vita dei cittadini è in balia di strade trascurate.
Con l’iscrizione dell’indagato, Report Sicilia può accompagnare il lettore nel racconto della responsabilità che emerge dal buio degli atti ufficiali — perché non sia facile “non sapere” quando il registro parla chiaro.

