Agrigento – “L’aeroporto nella Piana di Licata è la priorità assoluta per la provincia, ma il Ponte sullo Stretto sarebbe fondamentale per rilanciare Agrigento come porta d’Europa nel Mediterraneo”.
Parola di Rino La Mendola, presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, che in una nota evidenzia come l’infrastruttura, già approvata dal CIPESS, garantirebbe collegamenti rapidi su gomma e rotaia, permettendo ai cittadini di salire a bordo di una Freccia Rossa dalla stazione di Agrigento per raggiungere Roma, Milano e le principali città del Nord in tempi ridotti.

“Il Ponte richiamerebbe investimenti”

La Mendola sostiene che il collegamento veloce sullo Stretto attrarrebbe nuovi investimenti: alta velocità ferroviaria, completamento dell’anello autostradale siciliano e potenziamento del sistema portuale della costa sud, oggi ignorata dalle grandi rotte commerciali che, dopo il Canale di Suez, preferiscono circumnavigare la Penisola Iberica piuttosto che attraccare in Sicilia.

Auspichiamo la concreta realizzazione del Ponte sullo Stretto – conclude La Mendola – purché sia la volta buona e non si traduca nell’ennesima illusione per i cittadini e nello spreco di denaro pubblico”.

Ma quando il problema è in casa…

Parole che guardano lontano, ma che lasciano aperta una domanda scomoda: dov’era l’Ordine degli Architetti quando ad Agrigento si demoliva la Villa del Sole, un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, tra le più preziose testimonianze di architettura e verde urbano, destinata a lasciare spazio a un progetto contestato e oggetto di indagini?
E dov’era la voce ufficiale degli architetti agrigentini quando il ripristino del Viadotto Akragas (ex Ponte Morandi) procedeva a passo di lumaca, costringendo la città a subire anni di disagi, deviazioni e danni economici a residenti e attività commerciali?

Visioni strategiche vs realtà quotidiana

È facile parlare di grandi opere future e di scenari infrastrutturali ambiziosi; molto più scomodo è denunciare pubblicamente interventi discutibili o cantieri bloccati nel proprio territorio. Eppure, il ruolo di un Ordine professionale non dovrebbe limitarsi a sostenere progetti a lungo termine, ma includere un presidio etico e tecnico sulle opere che incidono direttamente sulla qualità urbana e paesaggistica della città.

Oggi Agrigento, mentre attende l’aeroporto e discute di Ponte, vive nell’inerzia di cantieri eterni e nella perdita di luoghi simbolo come la Villa del Sole. E il silenzio di chi dovrebbe difendere il patrimonio e vigilare sulla corretta esecuzione delle opere pubbliche rischia di pesare quanto – se non più – dei ritardi e degli errori amministrativi.