Tutto parte con la pandemia, nel marzo 2021. L’Assessorato regionale alla Salute dispone all’ASP 6 di Palermo di bandire una selezione straordinaria per il reclutamento di diverse figure sanitarie, tra cui gli operatori socio-sanitari (OSS), destinati a coprire il fabbisogno di personale nei bacini della Sicilia occidentale e orientale.

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L’ASP di Palermo redige quindi le due graduatorie, dalle quali anche l’ASP di Agrigento attinge per sopperire alla carenza di OSS e garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) in un momento drammatico e mai dimenticato, quello dell’emergenza Covid-19.

Le verifiche e i licenziamenti

Successivamente, come previsto dalla normativa vigente, l’ASP di Palermo procede ai controlli sui titoli e sugli attestati dichiarati dai candidati. Da tali verifiche emergono alcune anomalie e la mancanza di requisiti in diversi operatori già assunti, che avevano presentato autocertificazioni ai sensi del DPR 445/2000.

A quel punto, l’ASP di Agrigento – che aveva assunto personale da quella graduatoria – è stata costretta ad applicare la legge, disponendo il licenziamento immediato per coloro che non possedevano i requisiti richiesti.

Occorre ricordare che parliamo di un contingente importante: 194 operatori socio-sanitari assunti tra giugno e luglio 2021, nel pieno dell’emergenza.

Stabilizzazione e contratto solidale

Per un senso di onestà intellettuale, va precisato che l’attuale amministrazione dell’ASP non ha fatto altro che applicare norme e leggi, trovandosi a gestire una situazione complessa ereditata dal contesto emergenziale.

Parallelamente, si è aperta la partita della stabilizzazione del personale assunto in quella fase straordinaria. Per arrivare a una soluzione condivisa e garantire la tutela di tutti i lavoratori, è stato necessario siglare un accordo sociale con i sindacati di categoria.

La formula individuata è stata quella di un contratto “solidale” a 24 ore settimanali, che ha consentito di salvaguardare la posizione di tutti i 194 OSS, anche se la pianta organica non prevedeva numericamente quel contingente.

Con questa riduzione oraria, si è riusciti a riconoscere parimenti a tutti i lavoratori il sacrificio di quel momento storico, trasformando un impiego emergenziale in una prospettiva di stabilità occupazionale.

Un risultato condiviso

La vicenda degli OSS di Agrigento è l’emblema di come, partendo da un’urgenza senza precedenti, si sia riusciti – tra norme da rispettare, anomalie da correggere e diritti da tutelare – a trovare una soluzione che garantisse continuità lavorativa, giustizia e rispetto delle regole.

Un compromesso che, pur nella difficoltà, ha permesso di non disperdere professionalità acquisite in un momento in cui la sanità siciliana aveva bisogno di tutte le energie disponibili.

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