Presente anche la presidente della Fondazione “Agrigento 2025”, l’ex prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta

Avevamo ancora una volta ragione noi. Dopo il nostro articolo-denuncia pubblicato poche ore fa su Report Sicilia, “Palazzo San Domenico – Stelle bruciate sulle mura del Comune: nuova ferita al patrimonio monumentale”, che documenta con foto e video i chiodi piantati nei muri e le stelle fissate con fil di ferro e bruciate, si è registrato l’intervento immediato degli operai all’interno di Palazzo San Domenico, sede del Comune di Agrigento.

Gli addetti stanno cercando di rimediare ai danni causati all’edificio monumentale vincolato, riempiendo i fori lasciati dai chiodi e rimuovendo i segni delle bruciature. Una corsa ai ripari che certifica ancora una volta la fondatezza delle nostre denunce: il patrimonio storico e architettonico della città continua a essere violato con superficialità, salvo poi intervenire solo quando la stampa libera accende i riflettori.

L’atteggiamento dell’ex prefetto

Durante i lavori era presente anche la presidente della Fondazione, l’ex prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, che – come si può vedere chiaramente nel nostro video – ci ha rivolto uno sguardo ostile, senza degnarci neppure di un saluto. Non che noi ne avessimo bisogno: il rispetto lo cerchiamo e lo difendiamo sul campo, con i fatti, denunciando ciò che non va per amore della nostra città.

Siamo noi a difendere Agrigento dal degrado e dagli scempi, e continueremo a farlo. Se qualcuno pensa di poterci delegittimare o di considerarci ospiti indesiderati, si sbaglia di grosso: siamo nel nostro ambiente naturale, tra le vie, i quartieri e i palazzi che appartengono alla comunità.

Una nuova ferita al patrimonio monumentale

Resta comunque la ferita al patrimonio culturale e architettonico della città: le pareti di Palazzo San Domenico non sono un muro qualsiasi, ma un bene sottoposto a vincoli di tutela. I chiodi, i fili di ferro e le bruciature delle stelle restano un insulto alla storia e all’identità di Agrigento.

Il nostro compito, come sempre, è quello di raccontare e denunciare.
La politica e le istituzioni – invece di offendersi o voltare lo sguardo altrove – dovrebbero ringraziare chi, con coraggio e senza secondi fini, prova a difendere la città da incuria e improvvisazione.

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