AGRIGENTO – La vicenda del cosiddetto nuovo parcheggio in via Empedocle si arricchisce di un elemento di estrema gravità: i lavori che stanno interessando il belvedere di via Pietro Nenni non risultano autorizzati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento.
Dalla documentazione ufficiale emerge infatti che la Relazione Paesaggistica e la relativa Autorizzazione Paesaggistica 0000168471_AU_B_337363_protocollato con logo rilasciata dalla Soprintendenza il 27 maggio 2024 riguardano esclusivamente il tratto compreso tra l’intersezione di via Empedocle con via Pietro Nenni (in prossimità del parcheggio pluripiano) e Piazza Ravanusella.
Nel documento si legge chiaramente:
“L’intervento oggetto del presente progetto interessa il tratto che va dall’intersezione della Via Empedocle con la Via Pietro Nenni in prossimità del Parcheggio Pluripiano fino a Piazza Ravanusella oggetto del più recente intervento di riqualificazione urbana.”
Nessun cenno, dunque, alla possibilità di intervenire sul belvedere, che ricade in area sottoposta a vincoli paesaggistici e architettonici.
La stessa Relazione Tecnica allegata al progetto esecutivo conferma che l’intervento autorizzato riguarda la riqualificazione della pavimentazione stradale, dei marciapiedi e delle aree di sosta lungo via Empedocle.
Lavori straordinari senza titolo autorizzativo
Il progetto è stato approvato dalla Giunta comunale con delibera n. 231 del 19 dicembre 2024, che ha recepito l’autorizzazione paesaggistica, e successivamente finanziato con 600.000 euro della Regione Siciliana. Tuttavia, la natura degli interventi effettuati sul belvedere di via Pietro Nenni configura lavori straordinari, che – in assenza di un’esplicita autorizzazione paesaggistica – risultano già un abuso.
Il quadro appare ancora più chiaro osservando la scheda CUP, che definisce l’opera come “Nuovo parcheggio in via Empedocle – rifacimento pavimentazione e riqualificazione marciapiedi”: nessuna menzione a nuove strutture sul belvedere.
Una questione di legalità e trasparenza
Se confermato, si tratta di un abuso edilizio in piena regola, perpetrato in un’area tutelata. Un fatto che richiama le responsabilità non solo dell’amministrazione comunale ma anche di chi avrebbe dovuto vigilare sul rispetto delle autorizzazioni rilasciate.
Agrigento, già segnata da casi controversi come quello della Villa del Sole, si trova ancora una volta a fare i conti con operazioni amministrative poco trasparenti, che rischiano di compromettere ulteriormente la credibilità delle istituzioni.