Non è stato vandalizzato l’intero Parco Icori, ma una parte ben precisa: quella in cui dei ragazzi avevano realizzato delle installazioni, frutto di impegno, creatività e desiderio di valorizzare uno spazio comune. Strutture in legno, pensate per dare vita a un’area aggregativa, sono state abbattute e ridotte in pezzi.
Le immagini parlano chiaro: assi spezzate, vasi ribaltati, strutture divelte. Non si tratta di un semplice gesto di inciviltà, ma di un vero e proprio atto di distruzione gratuito.
In una città dove ormai è passata l’idea che si può fare ciò che si vuole, dove delinquere non comporta alcuna conseguenza, dove distruggere è diventata un’abitudine, perché tanto “poi l’amico di papà sistema tutto”, cosa possiamo pretendere da chi sta crescendo?
Il messaggio che arriva alle nuove generazioni è devastante: non c’è rispetto per ciò che è pubblico, non c’è amore per i luoghi della collettività, non c’è senso di responsabilità.
E fino a quando certi politicanti cercheranno di portare solo acqua al loro mulino, cavalcando anche queste becere distruzioni di quattro ragazzi frustrati e trasformandole in una battaglia di uno schieramento politico anziché dell’altro, allora non avremo scampo.
Perché non è con i teatrini politici che si ricostruisce il senso civico, ma con l’esempio, la fermezza delle regole e l’educazione al rispetto. Altrimenti continueremo a vedere scene come queste: da un lato giovani che provano a costruire, dall’altro giovani che imparano solo a distruggere, in una città che sembra incapace di difendere il bene comune.
Parco Icori oggi è il simbolo di una resa culturale e sociale: non tanto per i danni materiali, che si possono riparare, quanto per l’indifferenza e l’ipocrisia che li circondano.







