Il 17 gennaio gli agrigentini non credettero ai loro occhi. Per agevolare l’arrivo del Presidente della Repubblica ad Agrigento, in occasione dell’inaugurazione dell’anno da Capitale della Cultura, dalla Regione vennero spedite in fretta e furia verso la città dei Templi alcune decine di migliaia di euro per asfaltare in poche ore il tracciato percorso dal corteo del Capo dello Stato. Lavori di rifacimento stradale si sono trasformati in una vera e propria operazione d’emergenza, con l’asfaltatura di interi tratti stradali senza alcuna cura per i dettagli, tanto che diversi tombini sono stati completamente ricoperti dall’asfalto, rendendo di fatto impossibile la loro individuazione e manutenzione. Un episodio che ha suscitato l’indignazione dei cittadini e delle associazioni locali, già esasperati dal degrado urbano e dalla scarsa manutenzione stradale. La vicenda dei tombini coperti con l’asfalto, giusto il tempo del transito del capo dello Stato, per poi essere ricercati col metaldetector e rialzati per essere riportati in superficie ha destato l’ilarità in tutta Italia, con servizi giornalistici irridenti e poco edificanti per l’immagine di Agrigento Capitale della cultura.

 

Il sindaco Miccichè non aveva mai visto tombini fatti così bene ….

Da ricordare come alcune settimane dopo, lo stesso sindaco Francesco Miccichè al microfono di una delle giornaliste italiane “calate” in città per un reportage, aveva dichiarato che “Agrigento non aveva mai avuto tombini fatti così bene e a regola d’arte”. Sarà anche così, ma intanto a giugno scorso, saltò il primo all’altezza del pluripiano di via Empedocle. Ad Agrigento dunque le strade si asfaltano solo in caso di arrivo del capo dello Stato, del Papa o se muore qualche agrigentino, magari conosciuto più di altri. Tra l’altro con contributo straordinario della Regione, nel caso di Mattarella, anche se nelle casse comunali, come segnalato da Report Sicilia, i soldi per la manutenzione delle strade ci sono. In questi giorni il tema delle strade in condizioni indegne è tornato ancor più di stretta attualità per la tragedia di Marco Chiaramonti. In attesa di sapere se la sua morte sia stata causata da una buca segnalata da tempo lungo viale Emporium o se ci siano state altre cause, rimane l’amarezza anche nel ricordare l’ilarità nazionale che avvolse quella grottesca vicenda delle strade asfaltate in una notte, coprendo col bitume ogni cosa, compresi i tombini, ricercati dopo alcuni giorni con i metaldetector. Perchè ad Agrigento anche nelle cose apparentemente “normali” come la sicurezza stradale, si passa dalla tragedia alla commedia e viceversa.