La vocazione turistica della Sicilia è profondamente minacciata dalla crisi idrica, come testimoniano alcuni episodi raccontati da aziende aderenti a Conflavoro, che operano principalmente nel settore agricolo, turistico e della ristorazione. Il vice presidente nazionale e segretario regionale di Conflavoro Sicilia, Giuseppe Pullara, esprime soddisfazione per l’arrivo di 92 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie ma invoca misure straordinarie. Si tratta del primo stralcio di finanziamenti destinati ai 49 interventi, per complessivi 1,6 miliardi, inseriti nel Piano idrico della Regione Siciliana, interamente approvato dal ministero delle Infrastrutture e inglobato nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico (Pnsii).
“Nella nostra Regione- dice il vice presidente nazionale e segretario regionale di Conflavoro Sicilia, Giuseppe Pullara- pesano le tante infrastrutture fatiscenti e le tante incompiute.” Il Piano della Regione è finalizzato alla programmazione delle opere necessarie all’approvvigionamento idrico primario, alla prevenzione della siccità, al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture, anche per accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici e ridurre le dispersioni di acqua migliorando le reti di distribuzione. Uno dei modi per affrontare i periodi di crisi idrica è lo sfruttamento dell’acqua del mare grazie ai dissalatori. E si spera, nel minor tempo possibile, nella riattivazione degli impianti a Trapani, Gela e Porto Empedocle, tutti e tre dismessi fra il 2014 e il 2012. “Per l’emergenza idrica in Sicilia servono misure straordinarie- conclude il vice presidente nazionale e segretario regionale di Conflavoro Sicilia-. Tra questi, l’erogazione di aiuti economici straordinari per compensare le perdite subite dalle aziende, l’attivazione di misure di sostegno per la gestione idrica.”
Gli interventi prioritari nel Piano sono contraddistinti dalla classe “A”. Tra questi, le opere di automazione, controllo, modellazione e monitoraggio dell’infrastruttura idropotabile di sovrambito (costo, 50 milioni) e la bretella tra il serbatoio San Leo e il potabilizzatore di Gela (11,7 milioni) per le quali il soggetto attuatore è Siciliacque spa. Sarà invece il Consorzio di bonifica 9 di Catania ad attuare gli interventi per la sostituzione della condotta metallica sul fiume Simeto in località Ponte Barca, con la quale vengono consegnati i volumi irrigui alle prese di quota a 100 e 56 metri sul livello del mare (costo 23,4 milioni). Un ulteriore intervento sul Simeto, in capo allo stesso Consorzio, prevede la manutenzione straordinaria del sistema di paratoie dello sbarramento Contrasto per l’alimentazione del sistema irriguo (costo 48,8 milioni).