Questa mattina Piazza Pirandello, davanti all’ingresso principale del Municipio, si è presentata con una serie di strutture, pannelli, totem, sagome e materiali espositivi posizionati lungo l’intero fronte del Palazzo di Città.
Un allestimento invasivo e permanente nell’area più sensibile del centro storico, a pochi centimetri da un edificio vincolato, nel cuore della zona monumentale.
Ma il punto non è l’allestimento in sé.
Il punto è la palese disparità di trattamento tra ciò che viene richiesto ai cittadini quando chiedono di occupare anche pochi metri quadrati di suolo pubblico…
e ciò che invece si consente al Comune.
LA STESSA PIAZZA, DUE PESI E DUE MISURE
Per un gazebo 3×3 utilizzato dai cittadini per un SIT-IN (documento SUAP che Report Sicilia ha pubblicato in precedenza), il Comune impone:
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divieto di interferire con il passaggio turistico;
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divieto di ingombrare aree monumentali;
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divieto di modificare la percezione dei beni culturali;
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obbligo di mantenere libero lo spazio antistante il palazzo comunale;
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obbligo di rispettare decoro e armonia con il contesto storico;
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divieto di posizionare pannelli, insegne, strutture aggiuntive;
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obbligo di autorizzazioni specifiche, numerate, controfirmate e tenute a disposizione delle forze dell’ordine.
Vincoli rigidi, ripetuti, dettagliati.
E giustissimi.
Peccato che quando a occupare gli stessi spazi è il Comune, questi vincoli… non valgono più.
L’ALLESTIMENTO DAVANTI AL MUNICIPIO: TUTTO CIÒ CHE È VIETATO AI CITTADINI
Le foto scattate oggi mostrano:
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pannelli collocati direttamente sulla piazza;
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sagome e strutture poggiate a ridosso del prospetto comunale;
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roll-up e supporti espositivi colorati davanti all’ingresso;
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ingombri visivi in contrasto con il decoro del centro storico;
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assenza totale di delimitazioni, autorizzazioni esposte, controlli visibili.
In altre parole:
tutto ciò che ai cittadini è vietato, oggi è stato fatto dal Comune stesso.
DOMANDA NECESSARIA: DOVE SONO LE AUTORIZZAZIONI?
Se per un gazebo di protesta sono necessari:
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pareri del SUAP,
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nulla osta dei Beni Culturali,
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autocertificazioni,
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planimetrie,
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prescrizioni paesaggistiche,
dov’è la stessa procedura per l’allestimento di oggi?
Perché davanti a un edificio monumentale come Palazzo dei Giganti:
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nessuno ha richiesto permessi alla Soprintendenza?
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nessuno ha apposto cartelli autorizzativi?
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nessuna planimetria è stata resa pubblica?
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nessun atto è stato pubblicato all’Albo?
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nessuna ordinanza di occupazione è visibile?
Domande semplici.
Risposte che, a quanto pare, nessuno è pronto a dare.
IL PARADOSSO: I CITTADINI SOTTO ESAME, IL COMUNE FUORI CONTROLLO
Il concetto è chiaro:
quando i cittadini chiedono di occupare pochi metri quadrati per esercitare un diritto costituzionale – protestare – vengono caricati di vincoli.
Quando il Comune occupa la piazza centrale con installazioni visibili da tutto il centro storico,
l’amministrazione non si applica le stesse regole che pretende dagli altri.
È un modello di gestione dello spazio pubblico che alimenta sfiducia, malcontento e una percezione di disuguaglianza tra istituzione e comunità.
CENTRO STORICO MONUMENTALE: NON È UNA “SCENOGRAFIA”, È UN LUOGO PROTETTO
Piazza Pirandello non è una piazza qualunque:
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è parte del centro storico tutelato;
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ospita un edificio vincolato;
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è inserita in un contesto architettonico di pregio;
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e gode di norme di protezione molto rigide.
Norme che valgono, però, solo quando conviene.
E non quando l’Ente decide di trasformare la piazza in un corridoio espositivo improvvisato.
CONCLUSIONI: NON È UNA QUESTIONE DI EVENTI, MA DI LEGALITÀ E DECORO
Questa non è una polemica estetica.
Non riguarda il contenuto dei pannelli o delle sagome.
Riguarda un principio semplice:
Le regole devono valere per tutti. Anche per il Comune. Soprattutto per il Comune.
Quando l’amministrazione chiede rigore ai cittadini e poi fa ciò che ai cittadini vieta,
si crea un corto circuito istituzionale che indebolisce la credibilità di chi governa.
Il centro storico è un luogo da proteggere.
Non un luogo da utilizzare in modo arbitrario.
Report Sicilia continuerà a vigilare, fotografare e documentare.
Perché Agrigento merita rispetto.
E lo merita ogni giorno, non solo quando conviene.





