L’Avv. Pierluigi Cappello spiega i limiti al pignoramento quando sul conto affluiscono stipendi e pensioni. Cosa fare in banca e quali sono i diritti dei cittadini.

FACCIAMO CHIAREZZA
In questi giorni molti cittadini stanno subendo il pignoramento del proprio conto corrente, spesso senza sapere che la legge prevede precisi limiti quando sul conto confluiscono stipendi, pensioni o altre indennità assimilate.

A ricordarlo è l’Avv. Pierluigi Cappello, che sulla propria pagina Facebook ha pubblicato una nota esplicativa con riferimenti normativi precisi.

I limiti al pignoramento

Secondo l’art. 545, commi 7 e 8 del codice di procedura civile, quando su un conto corrente vengono accreditati:

  • stipendio

  • pensione

  • assegni e indennità assimilabili

il pignoramento non può colpire integralmente tali somme.

In particolare:

Le somme accreditate prima della notifica del pignoramento possono essere pignorate solo per l’importo che eccede il valore di tre volte l’assegno sociale.

Dunque, rimane comunque una parte impignorabile, cioè che il cittadino ha diritto a prelevare.

Cosa dice l’articolo 546 c.p.c.

Il successivo art. 546 c.p.c. stabilisce che:

Le somme impignorabili sono immediatamente nella disponibilità del debitore.

In altre parole, la banca (il cosiddetto terzo pignorato) non deve – e soprattutto non può – bloccare l’intero saldo del conto:
la quota impignorabile deve restare disponibile per il cittadino.

Cosa fare concretamente

L’avvocato consiglia:

  1. Recarsi in banca a partire da lunedì.

  2. Richiedere il prelievo delle somme fino alla soglia impignorabile (tre volte l’assegno sociale).

  3. Se la banca si rifiuta, chiedere:

    • dichiarazione scritta del rifiuto

    • con data, timbro e firma del funzionario

Questo documento sarà poi utile per agire legalmente anche contro la banca, oltre che contro il creditore procedente.

Perché è importante

La legge è chiara e va rispettata da tutti.

Non è possibile – né legittimo – che cittadini che vivono con pensioni minime, assegni familiari o stipendi modesti si trovino improvvisamente senza la possibilità di acquistare beni essenziali, quando la normativa tutela una quota minima vitale.

L’Avv. Pierluigi Cappello invita tutti i cittadini che hanno subito pignoramenti a non restare in silenzio, a rivendicare quanto previsto dal codice di procedura civile e a pretendere che gli istituti bancari operino nel rispetto della legge.