A Porto Empedocle di cimiteri industriali sono, purtroppo, esperti. L’ultimo in ordine di tempo è quello lasciato da Italcementi, proprio all’ingresso della città, con un carico di dubbi e misteri che non lascia tranquilli. La politica, spesso accusata a ragione, di essere distratta su tematiche importanti, stavolta sta battendo un colpo. Dallo scorso gennaio è infatti costituita una commissione di studio interna al consiglio comunale, composta dai consiglieri Castelli, Sacco, Grassonelli e Traina che sta passando al setaccio documenti e testimonianze su cosa sia stato lo stabilimento Italcementi e cosa potrebbe essere. E’ stata fatta una ricerca di diversi documenti che si trovano depositati nell’ archivio del Comune, molti dei quali sono risultati illeggibili; mentre dalle visure catastali si sarebbe appreso che l’Italcementi occuperebbe un’area abbastanza vasta di circa 700 ettari. Nel corso del consiglio comunale svoltosi nei giorni scorsi, la commissione ha chiesto e ottenuto altri due mesi di lavoro, per entrare ancora meglio nel merito di determinate faccende. La commissione ha riferito che “l’Italcementi, cessa la sua attività nel giugno del 2012, vendendo alla Società EDILGREEN GROUP che si trova in Germania, mandando il personale impiegato in pre-pensionamento o in altre sedi. Ad oggi tutto il blocco produttivo risulta ancora proprietà dell’Italcementi. Alcune aree sono state vendute, come le cave, ad una società che ancora oggi non è operante sul territorio.

La commissione di studio, ha fatto delle ricerche su un protocollo d’intesa e tramite il Consigliere Grassonelli è riuscita a recuperare tale protocollo, per capire le intenzioni dell’Italcementi, cosa sia rimasto dentro il sito, i capannoni abbandonati e aree che possono contenere rifiuti pericolosi per l’ambiente, cercando di avere un quadro chiaro della situazione”. Il punto fondamentale dello studio della commissione è “cercare di capire se all’interno dell’area siano stati effettuati interventi di bonifica e di sicurezza ambientale. Da un primo sopralluogo effettuato dall’esterno, si è potuto costatare che le ciminiere, rappresenterebbero un pericolo in quanto non più stabili”. Questo quanto verbalizzato in consiglio comunale. Ed ancora, la commissione ha contattato gente che operava all’interno del sito per avere ulteriori notizie, disponibile a incontrare l’Amministrazione Comunale, per aprire un dibattito”. E non finisce qui. La commissione “fa presente che tutti i siti industriali hanno delle vasche di raccolta delle acque piovane, le quali subiscono un trattamento, un filtraggio per dare la possibilità all’acqua, dopo essere stata purificata, di tornare nell’ambiente naturale, come le acque delle vasche della Società Enel che affluiscono nel mare, mentre le acque delle vasche dell’Italcementi, confluiscono nel Torrente “Re””. La commissione intende appurare la “salute” di queste vasche, coinvolgendo anche l’Arpa. La questione dunque si presente assai delicata e complessa, in attesa di capire la sorte di questo enorme patrimonio industriale inutilizzato, dopo decenni di sfruttamento di un’area che merita un futuro migliore del presente.

