Nella giornata di martedì 29 aprile, la Fondazione ODA Catania ha accreditato le mensilità arretrate di novembre e dicembre 2024, insieme alla tredicesima, agli oltre trecento dipendenti in attesa degli stipendi.
Nella stessa mattina, contemporaneamente, dinanzi alla sede dell’Opera Diocesana Assistenza in viale Libertà, si è tenuto l’ennesimo presidio con assemblea dei dipendenti dell’ente, indetto dall’USB.
Uno spiraglio per la chiusura dello stato di agitazione in corso? Forse, ma il personale non esulta, anzi.
“Non c’è nulla da festeggiare – commentano le lavoratrici e i lavoratori – poiché altre quattro mensilità relative all’anno 2025 devono ancora essere saldate: quando le riceveremo?”.
“Vogliamo certezze – spiegano – ed essere pagati come da contratto per quello che ci spetta, puntualmente ogni mese”.
“E sia ben chiaro – precisano – che non molliamo finché non avremo le certezze che chiediamo, con il sostegno determinante dell’USB”.
Molto più che una dichiarazione collettiva, bensì un annuncio che si è concretizzato a conclusione della manifestazione con Corrado Tabbita Siena, responsabile regionale dell’USB Lavoro Privato, che al megafono ha comunicato la decisione assembleare di continuare con lo stato d’agitazione proclamato l’11 aprile scorso dal sindacato.
Il prossimo step sarà il presidio davanti alla Prefettura, fissato per martedì 6 maggio alle 16:30.
USB PER IL SOCIALE DI CATANIA CRITICA IL COMPORTAMENTO DEI VERTICI DELL’ENTE
“Hanno pagato novembre, dicembre e la tredicesima del 2024 – afferma Orazio Vasta della Federazione USB per il Sociale di Catania – ma da domani le spettanze di cui siamo ancora in attesa saranno quattro e l’assemblea dei lavoratori ha deciso che lo stato di agitazione proseguirà: per martedì 6 maggio, infatti, è in programma un presidio davanti alla Prefettura”.
L’esponente sindacale evidenzia la mancata corresponsione delle spettanze relative ai primi mesi del 2025, stigmatizzando il comportamento dei vertici dell’ente diocesano.
“L’ODA – osserva – ha risposto allo stato di agitazione con il pagamento di tre mensilità del 2024, ma il problema reale è che i lavoratori chiedono certezze, perché lo stipendio deve essere garantito ogni mese”.
“È stato fatto un pagamento alla cieca – prosegue – perché non ci vuole molto ad accumulare di nuovo sette mensilità in attesa: quando saranno pagati i quattro stipendi del 2025 già maturati?” .
“I dipendenti hanno famiglie – conclude – e si ritrovano in condizioni di gravissimo disagio: c’è chi rischia di non potere pagare il mutuo o l’affitto”.

