Il Partito Democratico di Raffadali pubblica un manifesto in cui accusa il sindaco Cuffaro di non avere più la maggioranza. Ma il primo cittadino replica punto su punto, rivendicando il risanamento dei conti pubblici e la piena legittimità della sua azione amministrativa.

A Raffadali si alza il tono dello scontro politico. Il circolo PD “Cesare Sessa” affigge un manifesto in cui definisce “commissariato” il sindaco Silvio Cuffaro, accusandolo di non avere più la maggioranza in Consiglio comunale – con appena 6 consiglieri su 16 – e di non essere in grado, da tre sedute consecutive, di portare in aula l’approvazione della surroga della consigliera dimissionaria Giovanna Vinti.

Ma sul punto giuridico la precisazione è netta:

La surroga è un atto obbligatorio, non discrezionale. La sua mancata approvazione costituisce violazione di legge, per la quale può intervenire il Prefetto e, in ultima istanza, arrivare fino allo scioglimento del Consiglio.

Dunque, a essere “commissariato” di fatto non è il sindaco, ma lo stesso Consiglio comunale, paralizzato da equilibri politici precari e incapacità di compiere anche gli atti dovuti.

Il sindaco Silvio Cuffaro, da noi raggiunto, ha voluto commentare direttamente la polemica, sottolineando con ironia e fermezza le contraddizioni del Partito Democratico:

“Voglio ringraziare i fautori del manifesto – afferma – perché con onestà intellettuale hanno finalmente ammesso che il disavanzo del rendiconto 2024 è di 2,5 milioni di euro, smentendo così quanto avevano scritto nel precedente manifesto con lo slogan ‘Io pago’, in cui si sosteneva che il buco fosse di oltre 8,5 milioni. La verità, nero su bianco, li ha raggiunti.”

Il sindaco rivendica poi i risultati amministrativi raggiunti, nonostante il contesto difficile:

“Al di là degli slogan sul mio presunto commissariamento, a cui la legge ha già risposto con chiarezza, io sono soddisfatto di aver risanato un’esposizione debitoria pregressa di oltre 6 milioni di euro, senza per questo far venir meno i servizi essenziali alla cittadinanza. Anzi, abbiamo garantito anche servizi aggiuntivi come le colonie estive per 400 giovani e per 100 anziani, confermando che è possibile governare bene anche in situazioni complesse.”

Intanto, sullo sfondo resta in attesa il parere dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) sulla presunta incompatibilità del sindaco, che ricopre anche il ruolo di direttore generale presso l’Assessorato regionale all’Economia. A sollevare formalmente il caso era stato il presidente del Consiglio comunale, Santino Cuffaro Farruggia, oggi esponente di Forza Italia.

Tra polemiche, rinvii e manifesti, resta però un punto fermo: la paralisi del Consiglio comunale, che non riesce nemmeno a svolgere un atto formale e obbligatorio come la surroga di un consigliere. E questo, più degli slogan, racconta molto della crisi istituzionale in corso.

Report Sicilia continuerà a seguire l’evolversi della situazione, tra dialettica politica e obblighi di legge.

Autore