Raffadali, il TAR Palermo annulla l’assegnazione della rivendita di tabacchi: si rifà la graduatoria

Con una sentenza depositata il 7 aprile 2025, il TAR Palermo ha accolto il ricorso presentato dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Daniele Piazza per conto della sig.ra R.G. di Racalmuto, annullando l’assegnazione di una rivendita ordinaria di generi di monopolio nel Comune di Raffadali.

La vicenda

Nel 2023, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Ufficio dei Monopoli per la Sicilia – aveva bandito una procedura riservata per l’assegnazione di una rivendita di tabacchi nel Comune di Raffadali, destinata esclusivamente a:

  • Profughi ex titolari di rivendita,

  • Invalidi e vedove di guerra, orfani di guerra,

  • Decorati al valor militare, mutilati e invalidi del lavoro con invalidità superiore al 40%, vedove di caduti sul lavoro.

La sig.ra R.G. era stata inizialmente ammessa ma poi esclusa dalla procedura, in quanto il locale da lei indicato non sarebbe risultato conforme ai requisiti richiesti.
Nel contempo, la rivendita era stata assegnata al sig. V.G., dichiaratosi “orfano di vittima di mafia”.

Il ricorso accolto: non c’è equiparazione tra le categorie

Gli avvocati Rubino e Piazza hanno impugnato gli atti, evidenziando che:

  1. Il locale della propria assistita era in realtà conforme alle prescrizioni del bando;

  2. Lo status di “orfano di vittima di mafianon può essere equiparato per legge a quello di orfano di guerra o a categorie protette analoghe, come richiesto espressamente dal bando.

Il TAR, già con ordinanza cautelare del 20 giugno 2024, aveva sospeso l’assegnazione. Ora, con la sentenza definitiva, ha annullato in toto gli atti impugnati, ritenendo fondate le censure presentate dalla difesa.

Si rifà la graduatoria

Per effetto della decisione del TAR, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sarà obbligata a stilare una nuova graduatoria, escludendo il sig. V.G. e riammettendo la sig.ra R.G. tra i partecipanti aventi diritto.

Una sentenza che restituisce chiarezza e legalità alla procedura, riaffermando il principio che i requisiti per partecipare a bandi pubblici devono essere rispettati in modo rigoroso e senza interpretazioni estensive non previste dalla legge.

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