Un’estate caldissima, non solo per il tipico caldo e l’umidità, ma per gli incendi che abbiamo raccontato in questi ultimi due mesi. Nell’isola dove per anni c’è stata una distribuzione e spaccio di medaglie, più o meno meritate, la medaglia più importante, e senza ombra di dubbio invece meritata, andrebbe messa sul petto degli uomini dei vigili del fuoco di Lampedusa.

Gli interventi dei vigili del fuoco hanno registrato numeri da record almeno per gli ultimi anni. Infatti, dal 21 giugno scorso si sono registrati 53 interventi in meno di un mese e mezzo; 36 solo nel mese di luglio e 7 in un solo giorno, il primo agosto.

Noi, abbiamo raccontato in diretta molti dei loro interventi sugli scenari operativi in cui si sono trovati a spegnere le fiamme per tutelare la sicurezza dei cittadini, del territorio e della salute pubblica. Con tempestività e spirito di abnegazione, hanno spento gli incendi anche in luoghi complicati da raggiungere.

Si è trattato di una routine che i piromani hanno scandito quasi ogni giorno e spesso agli stessi orari e quasi sempre, nelle stesse zone. Sterpaglie e vegetazione di giorno; autovetture, roulotte e barche di notte.

Le ipotesi che ci hanno portato a capire gli scenari, sono frutto di decine di testimonianze raccolte a telecamere spente, durante e dopo gli eventi in cui eravamo presenti per garantire a tutti il diritto di informazione e praticando il nostro dovere di cronaca. È stato chiaro sin da subito che la pista da seguire non era solamente una; sembrerebbe che siano tre piste diverse: i piromani della discarica abusiva di automobili in contrada Imbriacola (c’è da precisare che l’area in questione è stata sottoposta a sequestro giudiziario ad opera della locale Tenenza dei Carabinieri, ma proprio per la questione auto abbandonate, a Lampedusa c’è un problema molto serio che affronteremo prossimamente con un servizio giornalistico dedicato); i piromani del presunto atto intimidatorio ai danni di un imprenditore; e il piromane di sterpaglie, vegetazione di Ponente e auto private dismesse.

Una discarica abusiva di autovetture e non solo, che abbiamo documentato anche alla luce del sole, finite le auto da incendiare si è fermato, almeno per adesso. Probabilmente autovetture di cittadini e attività commerciali, che non si sono rivolte a dei centri autorizzati per lo smaltimento delle macchine da rottamare. Accatastate in una zona non controllata dell’isola e date alle fiamme, si presume, per ricavarne ferro vecchio da vendere.

Storia diversa è l’inizio di incendio ai danni di un imprenditore del centro, che prontamente è riuscito a spegnere l’incendio prima che le fiamme divorassero la sua vettura e le altre auto vicine alle abitazioni, evitando così il peggio. Sembrerebbe che siano due i piromani, visti da alcuni testimoni e dalle telecamere di attività commerciali della zona. I due incendiari, molto probabilmente mandati lì su commissione, hanno usato una bottiglia con uno straccio imbevuto di liquido infiammabile. Una molotov artigianale in pieno centro come abbiamo documentato nei giorni scorsi. Molto probabilmente un atto intimidatorio.

La terza pista, è quella di Grisù, come il celebre draghetto verde di un cartone animato che sognava di diventare pompiere ma intanto incendiava tutto, sputando fuoco. Il Grisù originale lo faceva involontariamente, il Grisù moderno lampedusano invece, con la chiara volontà di farlo e probabilmente divertendosi a rendere complicata le giornate dei vigili del fuoco di Lampedusa. Ha incendiato auto, sterpaglie e vegetazione in posti complicatissimi da raggiungere dai pompieri. Forse per ripicca, per non essere riuscito a superare il concorso per entrare a far parte dei Vigili del Fuoco.

Torniamo a sottolineare che le nostre sono ipotesi basate sulle testimonianze da noi raccolte sul posto, ascoltando le dichiarazioni confidenziali di chi ha visto qualcosa, e che non ha avuto e trovato il coraggio di denunciare alle autorità.

Le indagini, per il momento, sono in corso e nel massimo riserbo degli investigatori. L’attività informativa svolta dalla Tenenza dei Carabinieri dell’isola ha garantito che, i sospettati potessero essere monitorati, e settimana dopo settimana, il velo di omertà pian piano è caduto, e alcuni testimoni hanno fornito gli elementi utili per assicurare alla Giustizia coloro che hanno commesso questi reati penali.

Le reazioni da parte dei cittadini sono state tante. Paura, rabbia, incredulità hanno espresso i tanti cittadini che hanno seguito gli eventi criminosi dalle dirette del nostro portale di informazione Lampedusa in 2 minuti che sin da subito, ha evidenziato la pericolosità degli eventi e sensibilizzato i cittadini a collaborare con le forze dell’ordine con decine di appelli. Per fortuna alcuni appelli non sono andati a vuoto e così, sono cominciate le segnalazioni. Silenzio assoluto, invece, da parte dei politici locali in carica, di maggioranza e opposizione, nessuna presa di posizione pubblica, nessuna condanna pubblica, nessun invito rivolto alla popolazione per sensibilizzarla a collaborare con le forze dell’ordine. Come se nulla di grave stesse accadendo.

Il sindaco Filippo Mannino ci ha fatto sapere che “c’è stata un’interlocuzione con le forze dell’ordine locali, ed anche la nostra polizia municipale ha posto in essere alcune attività per contrastare tale fenomeno”. Non ci risulta (e forse questa è un’anomalia) che ci siano state richieste di tavoli per la sicurezza pubblica.

Pubblicamente ai nostri microfoni si è esposto il parroco dell’isola Don Carmelo Rizzo, condannando l’atto criminoso della sera dell’incendio all’imbarcazione di migranti custodita dentro il recinto della Casa della Fraternità. Don Carmelo aveva subito raggiunto il luogo dell’incendio insieme all’Arcivescovo Alessandro Damiano.

Ad esporsi con coraggio e chiedendo in prima persona la collaborazione dei cittadini è stato anche l’ex sindaco Bernardino De Rubeis, che nelle sue ultime dirette social ha esortato a gran voce di segnalare alle forze dell’ordine qualsiasi elemento utile per poter risalire agli autori degli incendi ed esortando l’attuale sindaco a chiedere l’intervento del prefetto di Agrigento.

Legambiente Sicilia invece, ieri, ha fatto sapere dai propri profili social che ha presentato una nota al Comune, alla Prefettura, alla Questura di Agrigento, alla Procura della Repubblica, alle Forze dell’Ordine ed al Corpo Forestale, chiedendo “una necessaria ed ormai improrogabile adeguata azione di risposta per fermare gli incendi”.

Non ci resta, a questo punto, che aspettare che le indagini facciano il loro corso e che i responsabili (oramai messi allo scoperto) possano essere assicurati alla Giustizia. Da evidenziare che da quando le forze dell’ordine stanno monitorando i sospettati, non si sono registrati ulteriori incendi, e questo potrebbe essere un’importante segnale che le indagini stanno seguendo le giuste direzioni.

Un pensiero su “Record di incendi a Lampedusa, oltre 50 interventi dei vigili del fuoco, ci sono dei sospettati”
  1. GRAZIE a REPORT SICILIA.
    L’Augurio di un buon inizio di una nuova settimana Estiva, con un mare limpido e trasparente e con un sole che ci riscalda e ci rende sereni e felici.
    L’augurio che il nostro giovane Lampedusano Giovanni Casano, torni presto tra le braccia dei propri familiari, dopo la triste vicenda dell’incidente subito in mare.
    Grazie a Lampedusa in 2 minuti per la loro professionalità, che ci informa e ci allieta con la loro presenza, anche quando le notizie sono tristi e che ci arrecano dolore o non vorremmo nemmeno sentirle.
    Fare libera informazione è anche questo.
    Fare libera informazione significa: non guardare nessuno in faccia, non ci sono amici o nemici, non si può girarsi la faccia o coprire.
    Fare libera informazione significa: Non essere di parte, ed è quello che sin dalla nascita, Lampedusa in 2 Minuti cerca di fare tra mille difficoltà, pressioni e alcune volte velate minacce.
    Grazie di esistere, da quando voi di Lampedusa in 2 Minuti siete nati, molte cose stanno cambiando in meglio, per il bene di Lampedusa e Linosa e per il bene del POPOLO SOVRANO.
    L’ex Sindaco di Lampedusa e Linosa – Bernardino De Rubeis

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *