Undici aprile, via Demetra, Agrigento. Il direttore dei lavori per il rifacimento della rete idrica della città dei Templi aveva appena finito di spiegare che i termini di consegna dell’opera attesa da decenni previsti sarebbero di un anno, ma che i tempi potrebbero anche allungarsi. Il più politicamente importante tra i presenti al taglio del nastro, ovvero il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani con un sussulto di orgoglio e rabbia pacata, non esitò ad alzare la voce, non avendo avuto certezze sulla tempistica di completamento. Il governatore disse di voler visionare il contratto per stabilire i termini della chiusura di un’opera indispensabile per la città di Agrigento. “La dispersione nelle reti è una delle cause della crisi idrica che non possiamo più tollerare perché abbassa la qualità della vita – disse Schifani ai media sul posto – iniziamo i lavori per finirli entro un anno, un anno e mezzo, per dare ad Agrigento una nuova rete idrica e che assieme al dissalatore di Porto Empedocle, che sarà pronto entro l’estate, potremmo contrastare la crisi”. A distanza di un mese da quel momento così “forte”, è esplosa la “bomba” delle presunte mazzette intorno proprio ai lavori per il rifacimento della rete idrica. Presunte mazzette e non solo, visto che la Procura della Repubblica di Agrigento ha, senza giri di parole, fatto notare come gli interventi per placare la sete degli agrigentini sarebbero stati rinviati volutamente, in attesa di decidere come spartirsi i finanziamenti, tra appalti e subappalti. Alla luce delle indagini tutt’ora in corso – con una persona già rimessa in libertà, l’ingegnere Sebastiano Alesci, indicato dagli inquirenti come principale protagonista dell’inchiesta, su ordine del Gip di Gela Salvatore Vella – e il setaccio della Squadra Mobile in un intero piano della sede Aica, ad oggi non è giunta una sola parola a commento proprio dal presidente della Regione Sicilia Schifani. Del resto il silenzio assordante su questo “terremoto” caratterizza il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè e gli altri “inquilini” di Aica. C’è da ritenere che il governatore intenda attendere la conclusione di questa intensa tempesta giudiziaria, per esprimere il proprio punto di vista ed eventualmente intervenire concretamente, con i poteri che gli sono conferiti. La Regione Sicilia deve prendere posizione su quanto sta accadendo ad Agrigento, in autotutela e a tutela dei siciliani onesti e assetati. Si vedrà nei prossimi giorni se a Palermo si renderanno conto di quanto sta accadendo alla periferia dell’impero. 

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