La Commissaria Provinciale di Italia Viva, Roberta Lala, interviene dopo le polemiche seguite all’articolo della D.ssa Caterina Greco, sollevando interrogativi sulla differenza di costi tra i due concerti diretti dal Maestro Riccardo Muti. E accusa: “Il dileggio è il degrado di Viale della Vittoria e la città non all’altezza del titolo vinto”.
Agrigento – “Rimango esterrefatta per i toni inappropriati e le reazioni scomposte seguite all’articolo della D.ssa Caterina Greco, responsabile Cultura di Italia Viva. In un Paese democratico porre dubbi legittimi sull’utilizzo dei fondi pubblici non è mai un’offesa: è esercizio di cittadinanza attiva.” Con queste parole, la Commissaria Provinciale di Italia Viva, Roberta Lala, interviene con forza nel dibattito scatenato dal confronto tra i costi sostenuti per i concerti del Maestro Riccardo Muti.
Il nodo centrale è la differenza abissale tra il concerto tenutosi lo scorso anno a Lampedusa, costato circa 100 mila euro, e quello andato in scena ieri sera nella Valle dei Templi, il cui costo è stato di circa 650 mila euro, finanziato dalla Regione Siciliana.
“È evidente – scrive Lala – che i costi possono variare da un luogo all’altro e da un anno all’altro, ma che la spesa lieviti di sei volte e mezzo merita una riflessione. Sono forse stati aggiunti costi legati alla presenza della TV di Stato? È un interrogativo legittimo.”
La dirigente di Italia Viva solleva anche un punto organizzativo: il calendario ufficiale pubblicato a gennaio dall’Orchestra Cherubini non menzionava Agrigento. “Il Maestro Muti aveva già pubblicato la programmazione 2025. Agrigento non era prevista. È chiaro che i ‘fuori programma’ hanno un costo aggiuntivo, ed è quindi lecito domandarsi se ci sia stata improvvisazione.”
Ma Roberta Lala va oltre, sottolineando come il vero “dileggio” non sia il sollevare dubbi, bensì la realtà urbana e amministrativa della città:
“Dileggio è passeggiare per Viale della Vittoria e ritrovarsi con le scarpe incollate al suolo per la sporcizia. Dileggio è l’immagine che diamo ai turisti, in calo secondo i dati di Federalberghi. Dileggio è vincere il titolo di Capitale della Cultura con un programma bellissimo, che però non si realizza. Dileggio è l’approssimazione su progetti che richiedono rigore e trasparenza.”
Infine, l’appello: “Amare Agrigento – conclude Lala – significa curarla con amore, dedizione, programmazione limpida e trasparente. Non significa rincorrere applausi mediatici a qualunque costo.”
L’intervento rilancia il dibattito sulla gestione delle risorse pubbliche, sui criteri di spesa per gli eventi culturali e sulla credibilità di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura 2025. E lo fa da una posizione politica distinta ma non silente, come quella di Italia Viva.

