Ad Agrigento, nella notte o nelle prime ore di questa mattina, lo sportello che chiude l’accesso alla fonte “Acqua Amara”, precedentemente sigillato con un lucchetto dal Comune, è stato divelto. Si suppone che qualcuno abbia approfittato della situazione per attingere acqua dalla fonte, nonostante i rischi legati alla sua qualità. Questo episodio solleva nuovamente la questione della gestione inadeguata delle fonti idriche da parte dell’amministrazione comunale.
La fonte “Acqua Amara”, situata in una zona nota per le sue proprietà idriche, è al centro di polemiche da tempo. La sua acqua, infatti, senza un adeguato trattamento, non è idonea all’uso umano e potabile, come più volte sottolineato da esperti del settore e denunciato dal Codacons, rappresentato dal responsabile regionale Giuseppe Di Rosa. Nonostante ciò, molti cittadini continuano a rifornirsi presso la fonte, complici la storica tradizione locale e la mancanza di controlli sistematici da parte dell’amministrazione.
Il fatto che lo sportello sia stato rotto senza alcun intervento tempestivo del Comune indica una grave mancanza di sorveglianza sulle fonti idriche. È già noto che il Comune, responsabile della gestione e della sicurezza di queste fonti, non ha mai predisposto adeguate misure per garantire che l’acqua erogata fosse trattata e sicura per il consumo umano. Nonostante la chiusura con il lucchetto, la fonte “Acqua Amara” resta accessibile a chiunque, esponendo così i cittadini a possibili rischi sanitari.
Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di problematiche legate alla crisi idrica e alla gestione delle risorse idriche pubbliche. Solo di recente, la questione della gestione delle fonti, come “Acqua Amara” e “Porta Panitteri”, è stata oggetto di diverse segnalazioni da parte del Codacons, che ha persino presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento per chiedere un intervento definitivo sulla questione.
L’assenza di controlli e di misure preventive da parte dell’amministrazione comunale appare evidente. Mentre i cittadini continuano a soffrire per la crisi idrica, con interi quartieri senza acqua per giorni, l’acqua delle fonti pubbliche non viene né monitorata né resa disponibile in sicurezza.
L’episodio di oggi solleva interrogativi non solo sulla sicurezza delle fonti idriche, ma anche sulla capacità del Comune di garantire servizi essenziali e sulla trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche. La mancanza di azioni concrete e di sorveglianza continua a esporre la comunità agrigentina a rischi evitabili, mentre i responsabili sembrano più interessati a promuovere eventi che a risolvere i problemi reali della città.
Resta da vedere come l’amministrazione comunale intenderà affrontare questa ennesima dimostrazione di inadeguatezza nella gestione delle risorse pubbliche, e se vi saranno provvedimenti volti a garantire la sicurezza dei cittadini che continuano a fare affidamento su fonti potenzialmente pericolose come “Acqua Amara”.