San Leone, Piazzale Giglia nel degrado: passerella rotta e abbandono totale

Sei anni fa era il simbolo della rinascita urbana di San Leone. Oggi è l’emblema del degrado e dell’incuria. Piazzale Giglia, una delle zone più frequentate del lungomare agrigentino, versa in condizioni disastrose. Le immagini attuali mostrano una passerella in legno danneggiata e transennata con plastica arancione, rifiuti ovunque, aiuole devastate e segnali vandalizzati.

Nel 2019 il sito Grandangolo Agrigento celebrava la nuova veste del piazzale in un articolo che parlava di “nuovo volto per San Leone” (vedi qui l’articolo del 2019).

Dalle promesse alla realtà: ecco le immagini del presente

Quella che doveva essere una passeggiata panoramica sicura e moderna è oggi ridotta a un pericolo pubblico. Tavole in legno marce e rotte, protette alla meno peggio con reti da cantiere, rappresentano una vera trappola per cittadini e turisti.

La situazione peggiora se si guarda al contesto: rifiuti sparsi ovunque, segnaletica imbrattata da graffiti, vegetazione infestante ovunque. Il confronto con le foto di sei anni fa è impietoso.

Le foto a confronto: ieri e oggi

Com’era nel 2019:

Com’è oggi:

Un’amministrazione che ha dimenticato San Leone

Sotto l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Miccichè, nessun intervento strutturale è stato effettuato per mantenere quanto di buono era stato fatto. La manutenzione ordinaria è sparita, e l’area è oggi abbandonata a sé stessa.

Eppure si tratta di una delle principali zone turistiche della città, luogo di passeggio per residenti e visitatori, e biglietto da visita per Agrigento, proclamata Capitale Italiana della Cultura 2025.

Appello alla città

I cittadini e le associazioni locali chiedono un intervento urgente. Non solo per riparare la passerella e pulire le aree verdi, ma per ripristinare la dignità di un luogo che potrebbe essere uno dei simboli di accoglienza e decoro della città.

Report Sicilia continuerà a documentare il disinteresse istituzionale verso le aree urbane più frequentate, nella speranza che la pressione dell’opinione pubblica riporti attenzione dove oggi regna il silenzio.

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