Auto parcheggiate in ogni angolo, persino in area pedonale. Divieti di sosta ampiamente violati, marciapiedi occupati, venditori abusivi indisturbati e cestini stracolmi di rifiuti lasciati marcire accanto ai passanti. È questo lo scenario documentato nei giorni scorsi a San Leone, il lungomare di Agrigento che dovrebbe rappresentare il cuore turistico della città.

Le immagini parlano chiaro: non è una questione di assenza di norme. Le ordinanze ci sono, così come i divieti di sosta, la ZTL, i cartelli ben visibili e le regole previste. Ma nessuno le fa rispettare. Il problema è un altro: l’assenza totale di controllo e di volontà di applicare le stesse regole che il Comune emana.

Ci si chiede allora quale sia l’utilità di continuare a produrre ordinanze, regolamenti e comunicati se poi non vi è alcuna reale attività sanzionatoria o di vigilanza. A cosa servono i provvedimenti se non si ha la forza – o il coraggio – di farli rispettare? A cosa servono gli annunci se la realtà è quella di una San Leone abbandonata all’illegalità diffusa e alla mancanza di decoro?

Il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore alla Polizia Locale Carmelo Cantone parlano spesso di “sperimentazioni”, “vocazione turistica”, “sicurezza pubblica” e “rispetto delle regole”. Ma nei fatti, non si vedono pattuglie, non si vedono multe, non si vedono interventi. Si vedono invece cittadini e turisti costretti a camminare tra le auto, tra i rifiuti e tra le bancarelle improvvisate.

San Leone merita rispetto, ordine e una vera progettualità. Altrimenti, come spesso accade ad Agrigento, le parole rimangono sulla carta e le ordinanze diventano carta straccia.

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