San Leone, Agrigento: ordinanza di demolizione per Ferraro mentre altri costruiscono con il placet dell’amministrazione. Due pesi, due misure?

A San Leone, quartiere costiero di Agrigento, la legalità edilizia sembra avere confini flessibili. È di oggi l’ordinanza n. 14 dell’11 aprile 2025 Ordinanza+di+demolizione+e+rimessa+in+pristino+dei+luoghi+n.+14+del+11-04-2025+ditta+Ferraro+Giuseppa, emessa dal Comune di Agrigento – Settore Territorio e Ambiente, con la quale si impone alla signora Ferraro Giuseppa la demolizione e il ripristino dei luoghi entro 30 giorni.

Il provvedimento riguarda un immobile in via delle Campanelle, nella cosiddetta sottozona G5.3 del PRG, classificata come “verde privato”, e sottoposta a vincolo paesaggistico e vincolo sismico. Dopo due sopralluoghi eseguiti tra marzo e luglio 2023, e successive determinazioni tecniche e urbanistiche, il Comune ha stabilito che le opere realizzate dalla proprietaria sono abusive e devono essere rimosse senza ulteriori deroghe.

Cosa impone l’ordinanza 

Nel dettaglio, l’ordinanza prescrive:

  • Il ripristino dell’altezza interna del piano seminterrato a 2,00 metri, come da concessione edilizia in sanatoria del 2009, vietandone l’uso come abitazione;

  • La rimozione degli impianti igienici da un vano tecnico, che dovrà essere destinato esclusivamente ad accogliere autoclavi e recipienti idrici;

  • La rimozione del pergolato in plexiglass, non conforme alla SCIA edilizia presentata.

Il provvedimento è stato notificato anche a:

  • Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento,

  • Genio Civile,

  • Polizia Locale per i controlli di esecuzione.

Il paradosso delle due Agrigento

Fin qui nulla da eccepire. Il Comune fa il suo dovere e applica la legge. Ma il problema nasce quando, a poca distanza, altri cittadini edificano in piena area vincolata — come documentato recentemente da Report Sicilia per il caso di via Martoglio, a pochi passi dal mare — con il placet dell’amministrazione comunale, invocando interpretazioni estensive del “Piano Casa”, non applicabile in aree sottoposte a vincoli paesaggistici.

Da un lato c’è chi deve abbattere, subendo procedimenti repressivi severi; dall’altro c’è chi costruisce, con permessi concessi senza che nessuno sollevi obiezioni, neanche da parte di enti di tutela come la Soprintendenza. E tutto questo nel totale silenzio delle istituzioni, della politica e degli organi di controllo.

Agrigento Capitale della Cultura? Serve coerenza

Questa giustizia urbanistica a geometria variabile è quanto di più lontano si possa immaginare da una città che si prepara a rappresentare l’Italia come Capitale della Cultura 2025.
Legalità, trasparenza, rispetto dei vincoli ambientali non sono opzioni, ma fondamenti imprescindibili per un’amministrazione seria.

Se il Comune di Agrigento vuole dare un segnale forte, deve dimostrare coerenza nell’applicazione delle norme, evitando che si creino cittadini di serie A e di serie B.

Report Sicilia continuerà a raccontare, documentare e denunciare ogni disparità, perché la cultura non può essere solo un titolo, ma deve diventare pratica quotidiana di giustizia e rispetto per la collettività.

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