Il tribunale amministrativo accoglie il ricorso della società e autorizza il completamento dell’antenna di 30 metri in area vincolata. Di Rosa: «Ad Agrigento il “Sistema Agrigento” funziona meglio delle leggi dello Stato.»
Una decisione che lascia l’amaro in bocca e che, se confermata nei termini diffusi, rappresenta l’ennesima sconfitta per la città di Agrigento e per chi ancora crede nel rispetto della legalità e della tutela ambientale.
Il TAR Sicilia ha dato ragione alla Inwit S.p.A., la società che aveva installato a San Leone un traliccio di 30 metri in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e a pochi metri di distanza dalla residenza privata del sindaco Franco Miccichè.
Secondo quanto emerge, il Tribunale Amministrativo avrebbe accolto il ricorso della società, stabilendo che la sospensione dei lavori disposta dal Comune non era legittima e che l’antenna potrà essere completata.
Una decisione che suscita forti perplessità, non solo per la delicatezza del sito in questione — un’area vincolata in prossimità del demanio marittimo — ma anche per la singolare coincidenza della vicinanza dell’impianto all’abitazione del primo cittadino.
Il precedente: l’intervento della Polizia Locale
Il caso era esploso lo scorso luglio, quando i residenti di San Leone avevano segnalato la presenza di una pedana in cemento armato e di un traliccio in fase di montaggio all’interno di un’area verde sottoposta a vincoli.
Allertato dai cittadini, Giuseppe Di Rosa, editore di Report Sicilia e portavoce del movimento civico “Tutti insieme per una città normale”, aveva chiamato la Polizia Locale, e sul posto era intervenuto l’assessore alla Viabilità Carmelo Cantone, che aveva disposto verifiche immediate sulla legittimità dei lavori e sulle autorizzazioni rilasciate.
L’area, come confermato in quella circostanza, ricade in zona vincolata paesaggisticamente, e secondo la normativa vigente su tali aree non si applica il silenzio assenso.
Ciò significa che, in assenza di un’autorizzazione paesaggistica esplicita, i lavori avrebbero dovuto essere sospesi fino al pronunciamento della Soprintendenza.
Le parole di Giuseppe Di Rosa
“Se così dovesse essere – dichiara Di Rosa – ci troveremmo di fronte a una sconfitta nella sconfitta. La normativa è chiara: su aree sottoposte a vincolo non vale il silenzio assenso, e il Comune avrebbe dovuto opporsi con forza, difendendo il territorio e la legalità.
Se invece anche in questo caso si riuscirà a trovare un modo per far passare un’opera che non doveva essere realizzata, sarà la conferma definitiva che ad Agrigento il cosiddetto ‘Sistema Agrigento’ funziona meglio delle leggi dello Stato.”
Il “Sistema Agrigento”
L’episodio si inserisce nel quadro più ampio di ciò che Report Sicilia definisce da tempo come il “Sistema Agrigento”: un meccanismo fatto di silenzi, omissioni e decisioni a due velocità, dove la legge sembra valere solo per alcuni.
Negli ultimi anni la città ha visto casi di ordinanze di demolizione applicate con rigore e, allo stesso tempo, abusi tollerati o ignorati a seconda del contesto politico o del potere economico coinvolto.
Il caso dell’antenna di San Leone, a meno di venti metri dalla villa del sindaco, rappresenta un paradosso evidente: un simbolo di come le regole, ad Agrigento, siano spesso piegate più alla convenienza che alla coerenza.
Il completamento del traliccio, se confermato dal TAR, non sarà solo una ferita paesaggistica nel cuore di San Leone, ma anche una ferita morale per Agrigento.
Una città Capitale Italiana della Cultura 2025, ma che non riesce ancora a tutelare il proprio territorio dalle contraddizioni del potere.

