Un’imponente antenna per la telefonia mobile è stata installata su un terreno vincolato a San Leone, con una pedana in cemento armato. A dare l’allarme è stato Giuseppe Di Rosa, editore di Report Sicilia. Intervenuta la Polizia Municipale.

È spuntata come un fungo, nel silenzio più totale, una nuova antenna per la telefonia mobile con annessa pedana in cemento armato di circa 25 metri quadrati su un terreno di San Leone, in piena zona sottoposta a vincoli stringenti.

Siamo infatti all’interno della Zona “B” del decreto Gui-Mancini, in un’area tutelata ai sensi del D.lgs. 42/2004 e successive modifiche in materia di beni paesaggistici. Non solo: si tratta di un’area ricadente entro i 200 metri dal perimetro del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, il che la rende, ai sensi della Legge Regionale 78/1976, art. 15 lett. e), zona di inedificabilità assoluta, dove è vietata qualunque nuova costruzione.

A sollevare il caso, nella tarda mattinata, sono stati alcuni residenti che hanno contattato il nostro giornale. Mi sono recato personalmente sul posto, in qualità di editore e praticante giornalista di Report Sicilia, ed ho potuto constatare la presenza della struttura ormai quasi completata. Vista la mancanza di cartelli di cantiere, l’assenza di responsabili sul posto e il sospetto di una possibile costruzione priva di autorizzazioni, ho immediatamente allertato l’assessore alla Polizia Locale Carmelo Cantone, che ha prontamente inviato due pattuglie della Municipale.

Gli agenti, intervenuti sul luogo, hanno provveduto a redigere un verbale e lasciare un avviso formale per la presentazione dei responsabili di cantiere presso il Comando, al fine di verificare la regolarità dell’intervento.

Un silenzio assordante delle istituzioni

Ma la vera domanda oggi è: la Soprintendenza era a conoscenza di questa installazione? Ha rilasciato parere favorevole o autorizzazione paesaggistica? E se sì, in base a quale norma è stato possibile autorizzare un’antenna e una pedana in cemento in una delle aree paesaggistiche più vincolate d’Italia?

Se invece, come temiamo, nessuna autorizzazione è stata rilasciata, allora non possiamo che tornare a interrogare pubblicamente la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, già sotto i riflettori per la vicenda della demolizione della Villa del Sole, dove la tutela dei beni paesaggistici è apparsa quanto meno inoperosa, se non completamente elusa.

A pochi metri, la villa del sindaco

Un ulteriore elemento che aggiunge ombre alla vicenda è che a meno di 20 metri dall’antenna sorge la villa privata del sindaco di Agrigento, Franco Miccichè. Non si intende insinuare nulla, ma il dato geografico è oggettivo e, proprio per questo, la trasparenza e il controllo dovrebbero essere massimi.

Appello al Soprintendente

Rivolgiamo quindi un appello diretto al Soprintendente:
eserciti le funzioni di tutela che la legge gli attribuisce, e che non possono essere disattese senza danneggiare irreversibilmente il nostro paesaggio.
La tutela non può valere solo quando fa comodo, né può essere esercitata a targhe alterne. Non si può continuare a ignorare un consumo di suolo illegittimo mentre si celebra Agrigento come Capitale della Cultura.

Noi continueremo a vigilare, a documentare, e a informare. In attesa di risposte e chiarimenti ufficiali da parte degli enti preposti.

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