AGRIGENTO – Le immagini non lasciano spazio a interpretazioni: il litorale di San Leone, un tempo fiore all’occhiello della città dei Templi e oggi vetrina della Capitale Italiana della Cultura 2025, è ridotto a una sequenza di cantieri infiniti, strade sprofondanti, palme abbattute e transenne arancioni che deturpano il paesaggio.

Il lungomare Falcone Borsellino, cuore della movida estiva e principale passeggiata di cittadini e turisti, presenta condizioni a dir poco imbarazzanti: marciapiedi dissestati, spartitraffico invasi dalle erbacce, palme morte mai sostituite, rifiuti sparsi e strade costellate da buche e avvallamenti. Non mancano veri e propri crateri a cielo aperto, transennati alla meglio, che oltre a essere un pericolo per la circolazione rappresentano un biglietto da visita indegno per un luogo turistico.

Ma il dato più grave riguarda la fogna a cielo aperto, con liquami che sgorgano dalle rotture della sede stradale proprio sulla pista ciclabile e in pieno lungomare Falcone Borsellino e ristagnano ad un centinaio di metri dalla spiaggia. Per tentare di contenere l’emergenza, i mezzi dell’espurgo sono costretti a intervenire con frequenza giornaliera, a testimonianza di un problema strutturale che non trova soluzioni definitive e che mina la salute pubblica e l’immagine della città.

Situazione analoga lungo il lungomare Le Dune, dove lo scorso autunno sono stati spesi 400 mila euro per mettere in sicurezza appena 100 metri di pista ciclabile. Il risultato? Chilometri di barriere arancioni e new jersey in cemento che non risolvono il problema dell’erosione costiera e trasformano il litorale in un cantiere a cielo aperto.

Gli stessi accessi al mare, che dovrebbero accogliere i visitatori, sono ridotti a sentieri invasi da sterpaglie e rifiuti.

Il quadro è quello di un quartiere abbandonato, dove gli interventi tampone si moltiplicano ma i problemi strutturali restano intatti. Una cartolina al contrario per una città che dal 1° gennaio 2025 è Capitale Italiana della Cultura e che da nove mesi dovrebbe già offrire il meglio di sé.

Mentre Sciacca e Licata crescono e puntano sul turismo con progetti strutturati e visione di lungo periodo, Agrigento sembra bloccata in un eterno presente fatto di sprechi e degrado.

Le foto raccolte da Report Sicilia testimoniano la realtà: San Leone non è più il “salotto buono” delle spiagge agrigentine, ma l’emblema di un malgoverno che rischia di cancellare la vocazione turistica della città.

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