Articolo tratto da : https://livesicilia.it/tremestieri-lex-sindaco-e-i-verbali-vi-dico-tutto-sulle-tangenti/

Cosa ha detto Santi Rando ai magistrati

L’INCHIESTA di 

 

CATANIA – “Mi dichiaro colpevole dei reati di corruzione”. Le tangenti “prima di andare alla Leopolda”, le mazzette da 30 mila euro nascoste nelle scatole di farmaci, le relazioni pericolose e la “squadra politica”.

È il 12 giugno, l’ex sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando si trova sotto interrogatorio davanti ai pubblici ministeri Rocco Liguori, Fabio Saponara e Santo Distefano. Si tratta di uno dei principali indagati dell’inchiesta Pandora, che ripercorre la sua epopea nel Pd all’ombra di favori, fiumi di soldi in contanti e appuntamenti elettorali, come quello delle europee 2019, quando anche quelli che sono ritenuti fiancheggiatori della mafia, si mobilitarono per sostenere Caterina Chinnici, estranea all’indagine. Sullo sfondo una ragnatela di relazioni.

Tangenti, i verbali

“Io facevo parte della squadra. Io mi sentivo infatti parte di questa squadra ed ero un facilitatore”. Quando parla delle concessioni edilizie rievoca “gli amici del Di Loreto”, il re dei progettisti del Catanese, uno degli indagati eccellenti nell’inchiesta Pandora, sullo sfondo il meccanismo di tangenti per le operazioni immobiliari, ma non solo.

“Sorrisi e fiori”, come li chiamava Rando, che ammette: “Facevo riferimento a tangenti, cosè è ad esempio quando parlo con Ferlito, altre volte a semplici questioni politiche”. Il primo che tira in ballo è l’imprenditore Giuseppe Ferlito, destinatario di una misura interdittiva e indagato per corruzione per la ristrutturazione della caserma dei carabinieri di Tremestieri Etneo, per l’impermeabilizzazione della scuola Settebello Nord. Tutto al suon di contanti.

“Se questo non ci fa ridere finisce il sociale”, un’altra frase al centro delle intercettazioni, Rando ammette tutto: “Mi riferivo all’aspetto economico, ovverosia al prezzo della corruzione. Voglio evidenziare che nel 2015 è stato Di Loreto a evidenziarmi che vi erano degli imprenditori disposti a pagare tangenti per ottenere provvedimenti amministrativi di loro interesse”.

Le tangenti di Ferlito

“Le tangenti di Ferlito – ammette l’ex sindaco – sono state elargite per via Guglielmino dove è sorto un complesso immobiliare per il quale il Ferlito ha versato 30 mila euro. Parte di questo importo mi venne elargito in una scatola vuota di farmaci a pranzo o in un bar dal Ferlito direttamente, mentre il residuo venne dato nelle mani del Di Loreto che poi mi consegnava trattenendo la sua quota”.

“In un’occasione – aggiunge Rando – che ricordo perché stavo andando alla Leopolda, il Di Loreto venne sotto casa mia con 3 mila euro in contanti, in nome e per conto del Ferlito, tale somma venne da noi divisa in parti uguali”.

Soldi per gli uffici

Fiumi di soldi in contanti, per ogni progetto importante, come sarebbe accaduto con “la questione di Ventimiglia”. “Il Di Loreto – rivela Rando – mi parlò di un’operazione da fare su un terreno riconducibile a Carlo ventimiglia, su cui doveva nascere una struttura se non erro destinata ad uffici. per questa concessione il Ventimiglia, sempre stando a quanto mi ha riferito Di Loreto, avrebbe pagato una tangente di 40 mila euro”.

Il primo cittadino parla di due tranches di soldi, con 20 mila euro in contanti “portati” da Di Loreto e altrettanti che il progettista avrebbe tenuto per sé. Un progetto divenuto realtà, “l’opera – chiosa l’ex amministratore – allo stato è esistente”.

Le tangenti per il nuovo Eurospin

Il nuovo Eurospin di Tremestieri Etneo e le tangenti da 160 mila euro. Rando vuota il sacco e mette nero su bianco i retroscena della mazzetta da 100 mila euro che l’imprenditore Mario Stanganelli avrebbe pagato all’ex primo cittadino. Soldi in contanti che Rando avrebbe “diviso” con Di Loreto. Tutto inizia quando l’ex sindaco viene a sapere, da Di Loreto, che il colosso della grande distribuzione aveva incaricato “l’ingegnere Torrisi”. Con i primi intoppi burocratici si eleva l’odore di soldi in municipio. “Di Loreto mi disse che Torrisi – continua l’ex sindaco – per risolvere i problemi urbanistici che erano sorti, era disposto a pagare 30 mila euro”.

Rando ammette di essere “intervenuto sull’ufficio tecnico del comune”, con il geometra “Naccarato”, ma soprattutto “per velocizzare le pratiche, visto che in quel periodo l’ufficio era ingolfato. Dopo la risoluzione dei problemi, Torrisi non avrebbe pagato.

I soldi per l’albergo e la “casa” al sindaco

Tangenti anche per la realizzazione dell’albergo di via Pietro dell’Ova, con 15 mila euro in tangenti “per velocizzare la pratica”. Ma dopo il 2015 Rando diventa papà, “avevo necessità – dichiara il politico – di una casa più grande. L’imprenditore Domenico Cucinotta “aveva una casa libera” e avrebbe invitato Rando “a visitarla”.

Una casa con piscina, che “piacque molto” all’allora esponente del Pd: “Io per quell’abitazione non pagavo nulla, .ma da quando mi sono trasferito lì ho cominciato a subire continue sollecitazioni dal Di Loreto per addivenire alla positiva definizione della pratica che interessava il Cucinotta, ovvero quella dell’albergo”. La casa viene pagata “a scomputo” con i soldi della tangente che spettava al sindaco: 20 mila euro.

Il sindaco si trova bene nella nuova residenza, a un certo punto i rapporti si incrinano con Cucinotta, Rando prova a stipulare un contratto d’affitto per la casa, ma viene fuori che era “abusiva”.

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