PALERMO – Clima incandescente nella maggioranza del centrodestra siciliano dopo le parole choc del presidente della Regione, Renato Schifani, contro il capogruppo autonomista Roberto Di Mauro. La scintilla è stata una frase pronunciata davanti al dissalatore di Agrigento, resa pubblica tramite video sui social:
💥 “[Ieri Di Mauro] ha fatto uno show di merda. Io questi li tengo ancora per poco.” Con “questi” Schifani si riferisce chiaramente al gruppo del Movimento per l’Autonomia (MpA), guidato da Raffaele Lombardo
La goccia che fa traboccare il vaso
Il commento di Schifani non è arrivato nel vuoto: il giorno precedente, Di Mauro aveva preso la parola durante una riunione della maggioranza, attaccando posizioni sostenute dallo stesso presidente. È stato un punto di collisione atteso, dai contorni politici esplosivi. Già in passato, a causa dei contrasti con Miccichè, Di Mauro era stato protagonista di tensioni, mentre ora sembra entrare nel vivo uno scontro aperto La SiciliaLive Sicilia.
Lombardo risponde: “Il potere logora chi ce l’ha…”
A fare da eco al durissimo attacco, il leader del MpA, Raffaele Lombardo, ha affidato la sua replica a Facebook, definendo l’episodio “brutta storia” ma ribadendo la necessità di mantenere la calma e il confronto istituzionale. Tra le sue osservazioni, una riflessione con veleno: “L’elezione diretta del presidente talvolta può portare all’illusione del potere assoluto”
Lo scontro politico si allarga
Il contagio è già in atto: il dossier sulle ex Province – tra cui Agrigento – aveva già provocato spaccature tra Fi, MpA e Dc, su candidature e strategie elettorali. Ma a scatenare realmente la reazione è l’attrito interno alle decisioni della Regione, con diatribe su Pacchetto legalità, sanità, bonifici e governance del Lambrghi.
Il quadro si complica ulteriormente se si considera il recente cambio al vertice dell’assessorato all’Energia: Di Mauro si è dimesso e sarà sostituito da Francesco Colianni, uomo vicino a Lombardo, segnale di una ridefinizione degli equilibri di potere in quota autonomista
Verso l’instabilità istituzionale
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Miccichè, ex plenipotenziario regionale di Forza Italia, resta al centro: dopo la fuoriuscita da FI, ora è protagonista del nuovo soggetto centrista “Grande Sicilia” insieme a Lombardo e Lagalla. I suoi rapporti con Schifani risalgono a tensioni mai sopite.
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La nuova forza politica Grande Sicilia – Civici Autonomisti Democratici mira a dare continuità ai gruppi centristi moderati dell’isola, bilanciando il governo regionale con un volto più tecnico e autonomista
Cosa resta al centrodestra siciliano?
A pochi mesi dalle provinciali e con l’ombrello delle elezioni regionali che si avvicina, il centrodestra siciliano rischia di implodere su se stesso. Tra accuse pubbliche, controparti interne, nuovi partiti in formazione e l’irrigidimento dei rapporti tra Fi e MpA, la coesione appare più un ricordo che una realtà.
Se fino a ieri la propaganda del governo nascondeva crepe interne, oggi le fratture sono esplose sotto gli occhi di tutti: regole contorte, veti interni, nomi da escludere e continui riequilibri. In questo scenario, la Sicilia – e Agrigento in particolare – diventa laboratorio politico e terreno di scontro.
Report Sicilia continuerà a seguire gli sviluppi: tra video social, annunci istituzionali e nuove alleanze, la partita è appena cominciata.

