SCIACCA – Una sanità che non regge più, un reparto lasciato allo stremo e cittadini che vedono messo a rischio il proprio diritto alla salute. È questa la fotografia drammatica della U.O.C. di Chirurgia Generale dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, denunciata ufficialmente dai consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blo’ in una lettera inviata al Direttore Generale dell’ASP di Agrigento, Giuseppe Capodieci, con copia al Sindaco di Sciacca, al Presidente del Consiglio Comunale, all’Assessorato Regionale alla Salute, all’Ordine dei Medici e all’associazione civica “Orazio Capurro”

Reparto al collasso: turni massacranti e continuità assistenziale compromessa

Secondo quanto riportato dai due consiglieri, il reparto di Chirurgia di Sciacca è gestito da soli tre medici, costretti a turni di reperibilità che raggiungono fino a venti al mese, ben oltre il limite massimo contrattuale fissato a otto.
La situazione operativa descritta è grave:

  • nessuna presenza medica fissa durante la notte, ma solo reperibilità;

  • sabato e domenica pomeriggio senza medici in corsia;

  • il mercoledì pomeriggio, dopo una mattinata di sala operatoria con tutti e tre i medici, il reparto viene affidato unicamente agli infermieri.

Un modello organizzativo che, denunciano Brucculeri e Blo’, viola il Decreto Ministeriale 70/2015 sugli standard ospedalieri e il CCNL della Dirigenza Medica, mettendo a rischio sia i pazienti che gli stessi professionisti.

Le nuove assunzioni ignorano Sciacca

A rendere la vicenda ancora più assurda, la gestione delle ultime assunzioni: nove nuovi medici, tra strutturati e specializzandi, sono stati assegnati ad Agrigento, ospedale che già disponeva di nove chirurghi, lasciando Sciacca senza alcun rinforzo, nonostante la situazione di emergenza.
Secondo quanto emerso, almeno uno degli specializzandi aveva espresso disponibilità a operare a Sciacca, ma l’ASP non avrebbe accolto né formalizzato questa possibilità.

Le richieste dei consiglieri

Nella loro lettera, i due consiglieri comunali chiedono con urgenza:

  • l’assegnazione immediata di almeno tre medici alla Chirurgia Generale di Sciacca;

  • il ripristino di una turnazione sostenibile con copertura notturna e festiva;

  • la convocazione urgente del Consiglio di Dipartimento per ridefinire l’organizzazione del lavoro;

  • un incontro con i firmatari e con l’associazione “Orazio Capurro” entro sette giorni.

“La salute non è negoziabile”

La salute non è negoziabile, e la legge non è un optional” scrivono Brucculeri e Blo’, ricordando come Sciacca, con i suoi oltre 38.500 abitanti, rappresenti un polo sanitario fondamentale per l’intero territorio del sud della provincia di Agrigento.

Adesso la palla passa al Direttore Generale Capodieci e all’ASP: i cittadini e il personale sanitario attendono risposte immediate, perché la sanità a Sciacca non può più permettersi di sopravvivere in condizioni simili.

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