Ad Agrigento accadono cose strane, molto strane, in questo caso inquietanti, misteriose, gravissime. Nel giorno della Festa della Repubblica alcuni attenti osservatori si sono accorti dell’assenza della targa in memoria del giudice Giovanni Falcone, posizionata ai piedi dell’alberello piantato lo scorso anno dal sindaco Francesco Miccichè, insieme a un analogo esemplare con analoga targa commemorativa, in memoria di Paolo Borsellino. Due alberelli distanti pochi metri, posizionati nel cuore della villa più importante di Agrigento frequentata ogni giorno e notte da tanta, tantissima gente. Questa mattina tra l’altro, in occasione della Festa del 2 giugno meta delle massime autorità civili e militari della provincia che, parrebbe, non si sono accorti di questa inquietante mutilazione di questo angolo della memoria della lotta alla mafia. Sul terreno sono rimasti solo tre buchi a ricordare dove era stata posizionata la targa, sparita nel nulla chissà da quanto tempo.
Tanti dubbi, tanto stupore, enorme sgomento
Rubata da qualche disgraziato? Danneggiata in qualche modo e sostituita dal Comune per farla riparare? Domande alle quali Report Sicilia non sa al momento dare risposta, in attesa che magari tale risposta arrivi dalle forze dell’ordine o dallo stesso Comune. Quell’alberello in memoria di Falcone, senza la targa a ricordo del magistrato ucciso dalla mafia sono uno sfregio che Agrigento non merita. Il tutto, a poco più di un anno dal posizionamento di alberelli e targhe, nel corso della consueta cerimonia in pompa magna. Nelle prossime ore è auspicabile avere notizie certe da parte di chi di dovere, per capire la sorte di questo simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Se fosse stata rubata è lecito attendersi una svolta immediata da parte delle forze dell’ordine, attraverso la visione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. Se la targa sia stata rimossa per essere riparata per un qualsiasi inconveniente, sarebbe il caso che il Comune provveda immediatamente al suo riposizionamento. Resta l’immagine triste e desolante, di un luogo della memoria mutilato, in una città che sul fronte dell’antimafia ha ancora molta strada da percorrere.