Sette persone, d’età compresa tra i diciotto e i quarantadue anni, sono finite agli arresti domiciliari per la maxi rissa verificatasi a Messina lo scorso venerdì 28 febbraio, davanti a Palazzo Zanca, sede del Municipio.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, potrebbe esserci un regolamento di conti dietro la lite violenta scoppiata poco prima di mezzanotte: a darsele di santa ragione sarebbero stati due gruppi contrapposti, precisamente quattro persone contro tre.
Le immagini dei sistemi di videosorveglianza installati nella piazza, mostrano i partecipanti sferrare calci, pugni e colpi di casco da moto.
L’area, uno dei luoghi clou della movida nella città dello stretto, è sempre molto frequentata e ben illuminata.
Uno dei coinvolti ha estratto anche un coltello, cercando di disfarsene gettandolo sotto una vettura all’arrivo degli agenti delle Volanti della Polizia di Stato, intervenuti tempestivamente dopo essere stati allertati dalla Polizia Municipale.
Nell’attuale fase delle indagini, affidate alla Polizia di Stato, appaiono poco chiare le motivazioni che avrebbero causato la colluttazione, dietro cui potrebbero celarsi rancori mai sopiti che le due fazioni avrebbero deciso di regolare con un incontro, poi degenerato.
Tra i sette coinvolti, ad avere la peggio è stato un giovane, trasferito al Pronto Soccorso dell’Ospedale Piemonte dove ha ricevuto le prime cure.
Ha riportato traumi vari, una lussazione alla spalla, ecchimosi e ferite che hanno richiesto una prognosi di trenta giorni.
I sette indagati hanno trascorso la sera dei fatti in Caserma, dove è scattato l’arresto con l’accusa di rissa aggravata e, per uno di loro, anche per porto illegale di arma.
Nella giornata di lunedì 3 marzo sono finiti davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, assistiti dai loro avvocati, per l’udienza di convalida.
L’arresto è stato convalidato per tutti e sono stati disposti gli arresti domiciliari.

