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La crisi idrica ad Agrigento, che ormai ha raggiunto livelli insostenibili, continua a essere al centro del dibattito politico. Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha sollevato il tema durante un accorato intervento alla Camera dei Deputati, attaccando la gestione della crisi da parte delle autorità locali e regionali, in particolare il Presidente della Regione, Renato Schifani, e il Sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè.

Faraone ha ricordato la disastrosa situazione nei quartieri di Agrigento come Villaggio Mosè e Fontanelle, dove i cittadini non ricevono acqua regolarmente da luglio scorso, vivendo solo grazie alle autobotti. Il deputato ha chiesto con tono provocatorio al Sindaco di Agrigento se intende ancora rinunciare alla designazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025, come aveva annunciato mesi fa qualora la crisi idrica non fosse stata risolta.

Un’emergenza idrica senza soluzioni concrete

Faraone ha sottolineato come il Presidente Schifani, per tutta l’estate, abbia minimizzato il problema, affermando che “l’acqua c’era”, mentre i cittadini si trovavano senza risorse idriche. “Il risultato,” ha detto Faraone, “è che Agrigento ora è al collasso, e non c’è nemmeno un piano per uscire da questa emergenza, con il rischio di una brutta figura internazionale nel 2025, costi elevati per gestire l’emergenza e disagi enormi per i turisti.”

La risposta delle istituzioni regionali è stata considerata insufficiente. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, in una replica durante il question time, ha parlato di prospettive future per affrontare la crisi, ma per Faraone, l’emergenza è adesso: “Non si può aspettare ancora, bisogna agire immediatamente.”

Una crisi che colpisce non solo i cittadini, ma anche l’economia

Oltre ai disagi per i cittadini, che Faraone descrive come costretti a turnazioni di 6-8 giorni per avere l’acqua e a svegliarsi la notte per poter fare il bucato, la crisi idrica ha avuto un impatto devastante anche sull’economia agricola della Sicilia. “La produzione di arance nel Catanese si è dimezzata, così come quella delle olive nella provincia di Trapani,” ha dichiarato Faraone, sottolineando come l’agricoltura, uno dei settori principali della regione, stia affrontando una grave crisi.

L’inefficienza delle istituzioni: prevenzione mancata

La critica più dura da parte di Faraone è stata rivolta alla gestione inefficiente e tardiva della crisi da parte delle autorità locali e regionali. “Il Presidente della Regione, Schifani, ha cominciato a intervenire solo quando l’emergenza era ormai esplosa,” ha accusato Faraone. “Bisognava prevenire requisendo i pozzi, comprando autobotti e ricorrendo ai dissalatori. Invece, la situazione è stata lasciata degenerare.”

La mancanza di pianificazione e prevenzione è stata vista come la vera causa di questa emergenza. Secondo Faraone, la crisi idrica che sta devastando la Sicilia, e in particolare Agrigento, è il risultato di anni di inefficienza della classe dirigente siciliana, sia passata che presente. “Questa situazione è stata causata dalla classe dirigente, che ha sbagliato i tempi,” ha concluso il deputato.

Conclusione

Il problema dell’acqua in Sicilia, e specialmente ad Agrigento, continua a rappresentare una delle emergenze più gravi che la regione si trova a dover affrontare. Nonostante l’importante appuntamento con Agrigento Capitale della Cultura 2025, la città rischia di essere ricordata per una pessima gestione della crisi idrica, che sta mettendo a dura prova non solo i cittadini, ma anche l’immagine stessa della regione. Davide Faraone ha chiesto interventi immediati e azioni concrete, puntando il dito contro chi ha permesso che la situazione degenerasse a questi livelli.

Guarda il video dell’intervento dell’On. Davide Faraone alla Camera dei Deputati:

Il dibattito è tutt’altro che concluso, e mentre i cittadini agrigentini continuano a lottare con un’emergenza idrica senza precedenti, la politica è chiamata a rispondere in modo rapido ed efficace.

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