La cabina di regia nazionale per l’emergenza idrica, presieduta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha approvato le proposte avanzate dalla Regione Siciliana per affrontare la grave crisi idrica che colpisce l’isola. Tra le misure più significative, l’accelerazione per la riattivazione dei tre dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani attraverso moduli temporanei, in attesa di quelli definitivi. L’obiettivo è garantire ai cittadini una fornitura d’acqua stabile entro giugno 2025.
Le dichiarazioni del presidente Schifani
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha accolto con favore l’accelerazione delle procedure, dichiarando: «Desidero rivolgere il plauso del mio governo alla cabina di regia nazionale e al commissario Nicola Dell’Acqua per aver accolto la mia proposta di accelerare le procedure necessarie a restituire ai siciliani impianti indispensabili per garantire in modo continuo adeguate forniture idriche. La crisi climatica ci costringe ad affrontare periodi di siccità prolungata, rendendo queste soluzioni ancora più urgenti».
L’intervento prevede il ripristino, attraverso procedure d’urgenza, dei tre dissalatori dismessi da oltre un decennio. Saranno installati moduli temporanei per raggiungere una capacità iniziale di 500-600 litri al secondo, che, con le opere strutturali di presa a mare, potrà essere incrementata del 50% fino a circa 900 litri al secondo. Per finanziare l’operazione, sono stati stanziati 90 milioni di euro dall’Accordo di coesione e 10 milioni dal bilancio regionale.
Il sit-in del Codacons ad Agrigento
Mentre la Regione e il governo nazionale delineano le soluzioni a lungo termine, la protesta dei cittadini ad Agrigento non si ferma. Il Codacons, insieme a diverse associazioni civiche, prosegue con il sit-in a Piazza Pirandello, davanti al Comune di Agrigento, per mantenere alta l’attenzione sulla crisi idrica. La protesta, iniziata settimane fa, punta a denunciare non solo i ritardi nell’affrontare il problema ma anche l’incapacità di fornire soluzioni immediate per garantire il diritto all’acqua ai cittadini.
Giuseppe Di Rosa, responsabile regionale del Dipartimento Trasparenza Enti Locali del Codacons, ha dichiarato: «Accogliamo positivamente la decisione di procedere con i moduli temporanei, ma non abbasseremo la guardia finché non vedremo risultati concreti. Questa crisi non è solo una questione di infrastrutture, ma di giustizia sociale: i cittadini siciliani, e in particolare gli agrigentini, non possono più aspettare anni per vedere garantito un diritto fondamentale come quello all’acqua».
Una battaglia ancora aperta
Il sit-in di Piazza Pirandello è diventato il simbolo di una protesta che non riguarda solo Agrigento, ma tutta la Sicilia. Il Codacons e le altre associazioni chiedono trasparenza sull’utilizzo delle risorse stanziate e un monitoraggio costante dei tempi di realizzazione dei progetti. Inoltre, si esige che il Comune di Agrigento e il sindaco Francesco Miccichè si assumano le proprie responsabilità per una gestione idrica che da anni lascia a desiderare.
La speranza di un futuro sostenibile
Se le promesse del governo regionale saranno mantenute, entro l’estate del 2025 i dissalatori potranno fornire acqua in quantità sufficiente a rispondere alle esigenze della popolazione. Ma la strada per garantire un sistema idrico efficiente e sostenibile è ancora lunga. Il Codacons, con il suo impegno costante, vigilerà affinché gli interessi dei cittadini prevalgano sulle lungaggini burocratiche e sulle inefficienze amministrative.
Agrigento, e con essa tutta la Sicilia, merita una gestione idrica che sia all’altezza delle sfide del presente e che garantisca un futuro sereno per le nuove generazioni.
- Codacons
- Fontanelle Insieme
- Mani Libere
- Agrigento Punto e a Capo
- Sud Chiama Nord
- Mareamico
- Legambiente Circolo Rabat
- Italia Viva
- Ethikos APS
- Titano APS
Queste associazioni, in unione con i cittadini, continuano a chiedere interventi immediati per risolvere la crisi idrica e garantire il diritto fondamentale all’acqua, non solo per gli agrigentini ma per tutti i siciliani. Il sit-in rappresenta un esempio di impegno collettivo per il bene comune e il rispetto dei diritti fondamentali.