La presidente Nobile parla di dialogo, ma Siciliacque conferma: debito AICA da 23 milioni e pignoramenti già in corso. Qualcuno bleffa, e non siamo noi.

Ad Agrigento la vicenda AICA–Siciliacque ha ormai assunto i contorni di una vera commedia amara. Non vogliamo offendere nessuno, ma la domanda sorge spontanea: c’è forse chi sta giocando sporco?

Dopo la replica della presidente AICA, Danila Nobile, che aveva negato ogni menzogna e rivendicato la trasparenza nella gestione dei rapporti con Siciliacque (link qui), è arrivata l’ennesima smentita ufficiale da parte di Siciliacque.

La posizione della Presidente Nobile

Nobile ha dichiarato che AICA non ha mai negato l’esistenza dei pignoramenti e che i conti sono effettivamente bloccati, attribuendo tuttavia a Siciliacque un atteggiamento di chiusura e rigidità, nonostante i tentativi di mediazione istituzionale. Secondo la presidente, il debito ammonterebbe a circa 18 milioni di euro, oggetto di contenzioso giudiziario.

La replica durissima di Siciliacque

Con una nota del 23 agosto 2025, Siciliacque ha chiarito senza mezzi termini:

“Non è stato raggiunto nessun accordo extragiudiziale e l’unica via per la composizione è dare seguito a quanto stabilito dalla procedura esecutiva in atto.”

La società ribadisce che:

  • il debito complessivo di AICA, accumulato dal 2023 ad oggi, ammonta a circa 23 milioni di euro di sorte capitale;

  • è stata ottenuta una provvisoria esecutorietà per circa 2 milioni di euro, oltre spese legali e interessi di mora;

  • in assenza di pagamenti spontanei, si è dovuti procedere a pignoramenti presso terzi;

  • le situazioni debitorie restano “gravissime” e i soci AICA ne sono pienamente consapevoli.

I fatti già denunciati da Report Sicilia

La nostra testata lo aveva già documentato con precisione numerica: il debito non solo esiste, ma è stato tradotto in provvedimenti esecutivi e pignoramenti reali, con cifre ben definite e non interpretabili. Oggi, con quest’ultima presa di posizione, Siciliacque conferma punto per punto la verità da noi pubblicata nei giorni scorsi, smentendo di fatto la linea difensiva di AICA e della sua presidente.

In questo gioco di comunicati e repliche, il rischio è che a rimanere beffati siano solo i cittadini, costretti a subire le conseguenze di una gestione opaca e conflittuale del servizio idrico.

Una cosa però è certa: qualcuno bleffa. E sicuramente non siamo noi.

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