Adesso anche Il Fatto Quotidiano scopre “l’arcano”: il costosissimo gazebo di legno da 126 mila euro più Iva perciò costato più di 151.000 € , installato all’interno dello spiazzo del Museo “Griffo” di Agrigento e ribattezzato “The Silent Room”, è diventato improvvisamente un caso nazionale. Ma chi legge Report Sicilia sa bene che noi, quella “stanza della vergogna”, l’avevamo già smascherata e denunciata, con tanto di numeri, nomi e responsabilità.
Il nostro approfondimento, pubblicato il 22 luglio 2025, aveva chiarito come dietro l’opera si celasse una spesa complessiva di oltre 151 mila euro, ben superiore ai 126 mila ufficializzati oggi dal quotidiano nazionale. Avevamo ricostruito tutte le voci di spesa, comprese quelle “accessorie” come performance musicali e attività collaterali, che hanno gonfiato i costi in maniera sconcertante.
Mentre Il Fatto parla del “suggestivo progetto” dell’artista Michelangelo Pistoletto, e si interroga sul significato dell’opera, noi l’abbiamo definita per ciò che è realmente diventata agli occhi dei cittadini: un simbolo di imposizione culturale dall’alto, estraneo al contesto urbano e alle urgenze della città.
Mentre si inaugurano silenziose stanze di legno pagate a peso d’oro, Agrigento continua a vivere una crisi idrica drammatica, con quartieri al buio, scuole senza acqua, una rete fognaria indecente e un patrimonio archeologico trascurato.
Adesso che la stampa nazionale si è accorta del caso, il tema è diventato di pubblico dominio. Ma la denuncia vera, documentata e coraggiosa, è partita da Report Sicilia. Oggi tutti “scoprono” la silent room. Ma noi l’avevamo già raccontata per quello che è: la stanza della vergogna.
I cittadini di Agrigento non hanno bisogno di “camere del silenzio”. Hanno bisogno di voce, dignità e servizi essenziali. E hanno diritto a una cultura che parta dal basso, non a progetti imposti da una regia esterna che gioca con i soldi pubblici come fossero noccioline.
Continueremo a vigilare. Anche quando le stanze sono silenziose. Perché la vergogna, quella vera, fa rumore.