Le elezioni di secondo grado previste per il prossimo 15 dicembre nelle province siciliane non si terranno: è questo l’esito della votazione avvenuta all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) lo scorso martedì 29 ottobre. La decisione introduce un nuovo calendario per le elezioni provinciali, fissando la finestra temporale tra il 6 aprile e il 27 aprile 2025, con il termine massimo del 30 giugno dello stesso anno. La scelta rappresenta un segnale della direzione politica che l’ARS sembra voler intraprendere, con l’obiettivo di ripristinare le province e introdurre l’elezione diretta da parte dei cittadini siciliani.

La sospensione delle elezioni di secondo grado coincide con l’approvazione in mattinata da parte della I Commissione Affari Istituzionali, presieduta dall’On. Ignazio Abbate, di un disegno di legge (DDL) volto a reintrodurre l’elezione diretta degli organi provinciali. Tale proposta, dopo l’approvazione in Commissione Affari Istituzionali, sarà ora sottoposta al vaglio della Commissione Bilancio, che dovrà garantire il finanziamento delle future elezioni entro tempi ristretti, affinché i cittadini possano esprimere il proprio voto per i rappresentanti provinciali.

Tra le novità più significative del testo, viene introdotta una soglia minima del 40% di rappresentanza di genere, sia per le giunte delle Città Metropolitane che per le liste elettorali. Questa modifica mira a migliorare l’equilibrio di genere nella rappresentanza, rispondendo a una crescente richiesta di partecipazione paritaria nelle istituzioni siciliane. In aggiunta, il DDL apporta varie modifiche ai requisiti di ammissione e ai regolamenti elettorali, mirate a soddisfare le aspettative della maggioranza parlamentare, rendendo il testo più inclusivo e aggiornato rispetto ai precedenti.

L’On. Ignazio Abbate, Presidente della I Commissione Affari Istituzionali, ha espresso soddisfazione per il passo avanti verso una nuova fase di autonomia e rappresentanza delle province, sottolineando che questa decisione punta a restituire ai cittadini siciliani il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti, risolvendo una questione che per anni ha lasciato vuote le istituzioni intermedie dell’isola.

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