Agrigento, un simbolo naturale del lungomare di San Leone sta lentamente scomparendo: le palme, da anni aggredite dal punteruolo rosso, continuano a morire senza che vi sia un intervento efficace per contenerne la distruzione. Il Codacons ha lanciato un nuovo allarme, puntando il dito contro l’inerzia del Comune di Agrigento, colpevole di non aver adottato le necessarie misure di prevenzione e contenimento, già indicate dalle normative regionali e nazionali.

Una storia di negligenza: il punteruolo rosso e l’inazione delle istituzioni Già nel 2019, il movimento “Mani Libere”, tramite un esposto denuncia presentato da Giuseppe Di Rosa, segnalava la gestione inadeguata delle palme del lungomare da parte del Comune di Agrigento. In quel documento si evidenziavano le violazioni delle normative fitosanitarie durante i lavori di manutenzione, che ignoravano l’urgenza di trattamenti contro il punteruolo rosso. Il piano di azione fitosanitaria stabilito dalla Regione Siciliana (allegato B del piano d’azione) prevede interventi tempestivi e obbligatori per bloccare l’avanzata del parassita, ma tali misure non sono state applicate, mettendo in pericolo non solo il patrimonio naturale della città, ma anche la sicurezza pubblica.

Il “Piano di azione fitosanitaria contro il punteruolo rosso” e la mancanza di interventi Secondo quanto stabilito dalla Regione, le amministrazioni locali hanno la responsabilità di monitorare costantemente lo stato delle palme e intervenire rapidamente in caso di attacco da parte del punteruolo rosso. Questo insetto è capace di devastare interi filari di palme, e la sua presenza ad Agrigento è nota da anni. Tuttavia, l’inazione del Comune sta lasciando morire una delle caratteristiche paesaggistiche più iconiche di San Leone. Con il passare del tempo, molte delle palme si stanno riducendo a tronchi secchi, in attesa di crollare.

L’appello del Codacons: una richiesta di intervento urgente Il Codacons, tramite il Responsabile Regionale del Dipartimento Trasparenza Enti Locali, Giuseppe Di Rosa, chiede un intervento immediato da parte del Comune di Agrigento. L’associazione sollecita l’attivazione delle autorità competenti affinché si intervenga tempestivamente sul lungomare di San Leone per salvare le palme ancora in vita e scongiurare il crollo di quelle morte. “Se non si agisce subito – sottolinea Di Rosa – la città perderà un patrimonio naturale e paesaggistico irrecuperabile”.

L’appello del Codacons non è soltanto per il rispetto della bellezza del lungomare di San Leone, ma anche per la sicurezza dei cittadini. Le palme morte, se non trattate o rimosse, possono diventare pericolose in caso di crollo, specialmente durante le ondate di maltempo che colpiscono la Sicilia, come già avvenuto in passato.

Una riflessione sulla gestione delle risorse pubbliche Agrigento, prossima Capitale Italiana della Cultura 2025, non può permettersi di ignorare una simile problematica. Mentre si investono fondi in eventi e infrastrutture culturali, il degrado ambientale e la gestione inefficace delle risorse naturali continuano a minare l’immagine e la qualità della vita cittadina. Il Codacons si riserva di intraprendere azioni legali nel caso in cui non vi siano risposte rapide e concrete da parte delle istituzioni locali.

Il rischio di ulteriori perdite La situazione attuale sul lungomare di San Leone potrebbe rapidamente degenerare, con la scomparsa di tutte le palme se non si adottano immediatamente misure di contenimento. Il Codacons chiede al Comune di Agrigento di convocare una conferenza pubblica per spiegare ai cittadini le azioni che intende intraprendere per fermare questa emergenza e tutelare il patrimonio naturale.

La perdita di un patrimonio naturale come quello delle palme di San Leone non rappresenta solo un danno estetico per la città, ma anche una grave mancanza di cura del territorio e dei suoi beni naturali. Agrigento merita di più.

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