Sono sette le persone indagate per il suicidio di Stefano Argentino, il 27enne accusato dell’omicidio di Sara Campanella, studentessa universitaria di 22 anni, uccisa a coltellate lo scorso anno. Tra i nomi figurano la direttrice del carcere di Messina Angela Sciavicco, la vice direttrice Roberta Bulone, la responsabile dell’area trattamentale, una psichiatra e una psicoterapeuta.
Argentino, arrestato dopo aver confessato il femminicidio, si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo all’interno della sua cella. Era stato inizialmente sottoposto a regime di alta sorveglianza a causa della manifesta intenzione di suicidarsi, per poi essere riammesso alla detenzione ordinaria.
Le accuse e le responsabilità ipotizzate
La Procura di Messina ipotizza i reati di omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro reato, con l’obiettivo di chiarire perché, nonostante Argentino fosse seguito da quattro professionisti, nessuno abbia colto la gravità delle sue condizioni psicologiche. Da accertare anche eventuali omissioni nella sorveglianza da parte della direzione e del personale penitenziario.
Il legale di Argentino, avvocato Giuseppe Cultrera, ha parlato di “responsabilità dello Stato”, sottolineando che il giovane non avrebbe dovuto trovarsi in carcere, ma in una Rems o in un istituto a custodia attenuata. “Sette indagati è già presagio di plurime responsabilità – ha dichiarato – auspico che questa volta le indagini siano approfondite e portino a risultati concreti.”
L’omicidio di Sara Campanella
La tragedia affonda le radici in una persecuzione durata mesi. Il giorno del femminicidio, Sara aveva scritto alle amiche: “Il malato mi segue”, attivando la registrazione audio sul cellulare per documentare le molestie.
Le indagini hanno rivelato che Argentino la pedinava e aveva sul telefono una foto della ragazza scarabocchiata con frasi minacciose. Aveva inoltre studiato online dove e come colpirla, acquistando su Amazon il coltello usato per ucciderla.
Per questo delitto, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, il processo davanti alla Corte d’Assise di Messina sarebbe dovuto iniziare il 10 settembre 2025, a seguito della richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura lo scorso 12 giugno.
Prossimi passi
Martedì la Procura conferirà l’incarico per l’autopsia sul corpo di Argentino, e gli indagati potranno nominare consulenti per partecipare agli accertamenti medico-legali. Sarà un passaggio cruciale per fare luce sulle circostanze della morte e sull’eventuale catena di responsabilità che l’ha resa possibile.

