Nelle prime ore dell’alba di oggi, un grave episodio di violenza familiare ha scosso la tranquillità della zona tra il Villaggio Peruzzo e San Leone, ad Agrigento. Intorno alle 4 del mattino, in una traversa di viale Emporium, via Portofino, un uomo di 71 anni, Gaspare Priolo, ex dipendente dell’ASP di Agrigento, avrebbe tentato di uccidere la figlia Sara Priolo, di 34 anni, colpendola con diverse coltellate mentre era a letto.

Sara, nonostante le gravi ferite, è riuscita a sfuggire al padre e a chiedere aiuto ai vicini, bussando disperatamente alle loro porte. La scena che si è presentata agli operatori sanitari e ai carabinieri, intervenuti sul posto, è stata drammatica: macchie di sangue ovunque sul pavimento. La giovane è stata trasportata d’urgenza all’ospedale “San Giovanni di Dio”, dove le sue condizioni, fortunatamente, non sono apparse gravi: ha riportato solo ferite superficiali e non è in pericolo di vita.

Gaspare Priolo, oltre ad essere stato un ex dipendente dell’ASP, aveva in passato svolto il lavoro di parrucchiere per uomo, guadagnandosi una certa reputazione e stima nella sua comunità per le sue abilità professionali. Tuttavia, nel corso degli anni, la sua salute è peggiorata, tanto da dover fare ricorso a un respiratore con ossigeno. Sembra che, subito dopo l’aggressione, l’uomo abbia tentato il suicidio, motivo per cui anche lui è stato trasportato in ospedale.

Al momento, le motivazioni del gesto rimangono frammentarie e poco chiare. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire i fatti e comprendere le ragioni che hanno portato il settantenne a compiere un atto così violento contro la propria figlia, che lavora come operatrice olistica a Catania ed è appassionata di musica.

Le indagini sono ancora in corso e la posizione di Gaspare Priolo è al vaglio degli inquirenti che ne devono valutare la possibilità che l’arrestato venga trattenuto agli arresti domiciliari visto lo stato di salute, mentre la comunità di Agrigento segue con apprensione l’evolversi di questa vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

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