Un viaggio di 600 chilometri nella Sicilia occidentale, toccando Palermo, Trapani e Agrigento, per raccontare una terra devastata da povertà, crisi idrica, incendi e corruzione sistemica. È questo il cuore del dossier-inchiesta “Terra Bruciata” pubblicato dalla rivista lavialibera, a cura di Libera e Gruppo Abele. Un lavoro che conferma, dati alla mano, ciò che noi di Report Sicilia denunciamo da anni: la vera mafia oggi si muove in silenzio tra scrivanie, appalti e uffici pubblici, e ad Agrigento comanda più dello Stato.
Libera lo dice con chiarezza: la mafia non è scomparsa, ha solo cambiato pelle. Non ha più bisogno di pistole, ma di delibere. Non impone il pizzo con minacce, ma ottiene fondi pubblici attraverso reti di professionisti, politici conniventi, funzionari infedeli e imprenditori amici. Una mafia “in giacca e cravatta”, quella dei colletti bianchi, che proprio ad Agrigento ha trovato terreno fertile.
L’acqua, il business dell’emergenza
Il dossier dedica un’ampia sezione alla crisi idrica, sottolineando come non sia causata dalla siccità, ma dalla cattiva gestione e dalla corruzione strutturale. A fronte di precipitazioni che superano di sette volte il fabbisogno, gli invasi restano semivuoti e oltre il 50% dell’acqua si disperde nelle reti colabrodo.
La provincia più colpita? Agrigento. Dove, dopo il disastro Girgenti Acque (oggi sotto processo per associazione a delinquere), è subentrata Aica, un gestore pubblico che non ha risolto nulla, alimentando solo il malcontento popolare. Intanto, l’emergenza diventa occasione di affari: autobotti, trivellazioni, aperture di nuovi pozzi e affidamenti diretti a società private spesso sempre le stesse. Un business da milioni di euro, dove la trasparenza è un optional.
Incendi: tutto come prima
Altro capitolo inquietante riguarda gli incendi che hanno devastato il Palermitano nel 2023. Nessuna verità sulle cause, nessun risarcimento per le vittime, nessun intervento strutturale. A due anni di distanza, 162 comuni non hanno ancora aggiornato i catasti dei terreni bruciati, lasciando spazio a speculazioni edilizie. È il trionfo dell’abbandono, il vuoto lasciato dallo Stato che altri – più veloci, più spregiudicati – riempiono.
Povertà e dispersione scolastica: il terreno ideale per la mafia
La povertà, in Sicilia, è il brodo di coltura dell’illegalità. Palermo è tra le città con il più alto tasso di povertà assoluta e relativa, e la dispersione scolastica in Sicilia è al 21,1%, contro il 13,5% nazionale. Agrigento non fa eccezione. In questo contesto, la mafia trova manodopera a basso costo e consenso sociale, insinuandosi dove le istituzioni non arrivano.
De Lucia: “Impossibile perseguire i colletti bianchi”
Nell’intervista a lavialibera, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia è durissimo: «Cosa nostra è più debole ma non è scomparsa. Si riorganizza con discrezione, torna agli affari e continua a trattare con politici e imprenditori locali». E aggiunge: «Perseguire i reati dei colletti bianchi oggi è quasi impossibile, a meno che qualcuno non confessi spontaneamente». Il vero allarme è però sulle carceri, definite “fuori controllo”: telefoni ovunque, affari che proseguono anche da dentro, come se il carcere fosse solo un ufficio con le sbarre.
Un sistema che non vuole cambiare
Scrive Don Luigi Ciotti nell’editoriale: «Essere indifferenti o delegare significa lasciare il bene comune nelle mani dei più forti, dei più furbi, dei più disonesti». E in Sicilia, come ad Agrigento, troppi “stanno bene così”: professionisti, amministratori, dirigenti pubblici che alimentano il sistema solo per mantenere il proprio potere, mentre chi denuncia viene ignorato, isolato o etichettato come “guastafeste”.
Il nostro impegno continua
Noi di Report Sicilia continueremo a denunciare questo sistema. La distruzione della Villa del Sole è solo l’ultimo caso di un potere che agisce sopra le leggi, con la complicità del silenzio istituzionale. Ma non ci arrenderemo. Perché chi tace è complice. E perché la Sicilia non è solo “terra bruciata”. È anche terra di chi resiste, di chi scrive, di chi agisce.