Un nuovo duro colpo alla criminalità organizzata è stato inferto con il maxi blitz antimafia scattato nella notte a Palermo, che ha portato all’arresto di ben 183 persone, colpite da provvedimenti restrittivi nell’ambito di una vasta operazione delle forze dell’ordine. Tra i fermati spiccano tre agrigentini, già noti alle autorità per precedenti arresti nell’operazione contro le cosche di Porto Empedocle e Villaseta.
Si tratta di Pietro Capraro (39 anni), Gabriele Minio (36 anni) e Gaetano Licata (41 anni), individuati nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto diversi mandamenti mafiosi del capoluogo siciliano. I tre agrigentini sono stati arrestati insieme a numerosi esponenti delle famiglie mafiose di San Lorenzo, Porta Nuova, Bagheria, Santa Maria di Gesù, Pagliarelli, Noce e Cruillas.
L’operazione, condotta dai Carabinieri e dalla Polizia, ha colpito duramente i vertici delle organizzazioni criminali che da anni gestivano affari illeciti tra Palermo e le province limitrofe. Le accuse a carico dei fermati comprendono associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, detenzione di armi e riciclaggio di denaro sporco.
Nel mandamento di San Lorenzo, dove si concentrano alcuni tra i più influenti gruppi mafiosi della città, sono stati arrestati Serio Domenico (48 anni), Serio Nunzio (47 anni), Stagno Francesco (38 anni), Iraci Francesco (34 anni) e molti altri, fino a un totale di 36 fermi solo in questa zona. Analogamente, nel mandamento di Porta Nuova sono stati fermati altri 58 soggetti, tra cui Alessandro Adamo (32 anni), Giuseppe Auteri (49 anni), Salvatore Bagnasco (66 anni), Francesco Battaglia (41 anni) e numerosi altri esponenti delle famiglie mafiose locali.
L’operazione ha coinvolto anche Carini e Terrasini, sempre legati al mandamento di San Lorenzo, portando all’arresto di Giuseppe Lo Duca (52 anni), Giuseppe Passalacqua (55 anni), Salvatore Prano (58 anni) e altri individui, raggiungendo un totale di 35 fermi in queste aree. Anche il mandamento di Bagheria non è stato risparmiato, con l’arresto di nomi come Alcamo Atanasio (48 anni), Cannella Antonio Maria (46 anni) e Giuseppe Scaduto (78 anni), per un totale di 12 arresti.
Particolare clamore ha destato la presenza di tre agrigentini tra i fermati, a conferma del legame tra la mafia palermitana e quella della provincia di Agrigento. Capraro, Minio e Licata erano già stati arrestati meno di due mesi fa dai Carabinieri della città dei templi, in un’operazione che aveva colpito le cosche mafiose attive a Porto Empedocle e Villaseta. Il loro coinvolgimento nel blitz palermitano sottolinea la ramificazione e il radicamento delle organizzazioni criminali agrigentine nei traffici illeciti di Cosa Nostra.
Nel blitz sono scattate anche misure cautelari alternative, con arresti domiciliari per alcuni soggetti, tra cui Rosario Giovanni D’Azzò (77 anni) e Daniele La Rosa (49 anni), entrambi sottoposti al controllo del braccialetto elettronico.
Questa operazione rappresenta un ulteriore passo nella lotta alla criminalità organizzata e dimostra come la rete mafiosa continui a estendersi ben oltre i confini di Palermo, coinvolgendo territori limitrofi come Agrigento e i suoi comuni. Le indagini proseguono per individuare ulteriori complici e ricostruire i flussi di denaro e i traffici illeciti gestiti dalle cosche colpite dal blitz.