Agrigento, locali con selezione all’ingresso: cosa dice la legge?

Ad Agrigento ci sono locali che selezionano la loro clientela all’ingresso di essi. Ci potrebbe stare, ma fino a un certo punto. Alcuni aspiranti avventori entrano, altri no, in base a valutazioni che molto spesso appaiono discutibili. Basta fare un giro – ad esempio dalle parti di San Leone – per assistere a situazioni poco edificanti.

C’è da sperare che i titolari di tali attività pensino di agire nel giusto, con l’obiettivo di selezionare per motivi di sicurezza o, forse, per avere un “target” di un certo livello. Peccato che tale selezione non sia legittimata dalle leggi.

Cosa prevede la normativa?

Il divieto di accesso in un locale pubblico viola l’articolo 187 del T.U.L.P.S.. L’applicazione di eventuali transenne davanti ai locali viola le norme di pubblica sicurezza e laddove non autorizzato presume l’occupazione abusiva del suolo pubblico, sanzionabile a livello amministrativo.

L’eventuale violazione della barriera da parte di un cliente del locale ed il conseguente fermo con violenza da parte degli “addetti alla porta” violerebbe la libertà di movimento dell’individuo, potendo configurare il reato di sequestro di persona o violenza privata (art. 610 c.p.).

La vigilanza privata e i requisiti di legge

La salvaguardia dell’integrità delle strutture, degli arredi e delle attrezzature dei locali, dei beni della clientela è una vera e propria attività di vigilanza privata su beni mobili ed immobili per conto terzi. Questo servizio necessita della licenza prevista dall’ articolo 134 T.U.L.P.S., con la conseguenza che gli incaricati di tale servizio dovranno essere in possesso della qualifica di guardia particolare giurata.

In mancanza, si incorrerebbe nel reato di cui all’art. 17 TULPS. Il buttafuori vero e proprio deve essere una guardia giurata: in caso contrario si configura il reato di cui all’articolo 17 del TULPS.

Inoltre, il personale addetto alla sicurezza non può, come già detto, proibire l’accesso al locale pubblico (dove l’accesso è libero a chiunque), né intervenire per la salvaguardia dell’incolumità delle persone fisiche e la tutela dell’ordine pubblico, attività riservate esclusivamente alle forze di polizia.

L’abuso di potere e il reato di usurpazione di pubbliche funzioni

L’ordine pubblico e la tutela della sicurezza sono di esclusiva competenza delle forze dell’ordine. L’assunzione o lo svolgimento da parte di privati delle funzioni di autorità pubblica integra il reato di cui all’ articolo 347 C.P. – Usurpazione di pubbliche funzioni.

Le discriminazioni: un reato previsto dalla Costituzione

La Costituzione della Repubblica Italiana, all’articolo 3, stabilisce che:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Le discriminazioni, quindi, sono un reato. Eppure, ad Agrigento, sembra che certe pratiche vengano tollerate senza alcuna conseguenza.

In una città Capitale Italiana della Cultura 2025, simili episodi rappresentano un grave passo indietro in termini di civiltà e rispetto dei diritti fondamentali.

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