“Tutta colpa di Solone” a teatro: uno specchio della politica agrigentina

Il romanzo “Tutta colpa di Solone” di Andrea Cirino, che già alla sua pubblicazione aveva sollevato interesse e dibattito, arriva finalmente sulla scena del Teatro Pirandello. Il merito va al regista Giovanni Volpe, che ha trasformato il libro in uno spettacolo teatrale capace di portare in scena i mali della politica e il degrado sociale con una crudezza che non lascia scampo.

L’opera teatrale prende forma attraverso dialoghi che mettono a nudo la realtà contemporanea, senza filtri e senza alibi, costringendo lo spettatore a confrontarsi con una società logorata da corruzione, abusi e privilegi.

Dalla presentazione al teatro: le contraddizioni della politica

La storia di questo libro è stata segnata, fin dal principio, da contraddizioni e paradossi. Lo ricorda bene il giornalista Diego Romeo, che nel suo articolo su Telamone News ricostruisce il contesto della sua presentazione ufficiale.

Era l’inizio dell’era Miccichè, quando l’autore Andrea Cirino presentava il suo libro al Circolo Empedocleo, con la partecipazione di vari esponenti politici, tra cui Lillo Pisano e Marco Zambuto. Ironia della sorte, proprio Pisano, allora in campagna elettorale e fresco di defenestrazione da Fratelli d’Italia, aveva a sua volta escluso Zambuto dalla corsa a sindaco per lo stesso partito.

La serata si concluse con applausi di circostanza e dichiarazioni di apprezzamento, ma il tempo ha smentito la sincerità di quegli elogi: il libro di Cirino denunciava apertamente i giochi di potere e il declino della politica, e molti di coloro che lo lodarono quella sera hanno rapidamente dimenticato il suo messaggio.

Fonte: Telamone News

La versione teatrale: un pugno nello stomaco

L’adattamento teatrale curato da Giovanni Volpe non lascia spazio a fraintendimenti. La critica alla classe politica è ancora più evidente: nessuno può più fingere di non capire.

Gli attori, tra cui Franco Bruno, Francesco Naccari, Paolo Di Noto, Marcella Lattuca, Nicola Puleo, Giovanni Moscato, Rosa Maria Montalbano, Pippo Crapanzano e Gero Galvano, danno vita ai personaggi con una recitazione intensa e viscerale, trasformando la pièce in una sorta di psicoterapia collettiva.

Tra i temi toccati troviamo:

  • La frana di Agrigento e la devastazione urbanistica
  • L’abusivismo e le speculazioni edilizie
  • Lo scandalo del manicomio e la gestione sanitaria
  • Le derive della politica locale, tra clientelismo e favoritismi
  • L’indifferenza dei cittadini, spesso più preoccupati per le tradizioni mistiche che per il declino della città

L’effetto finale è quello di una brutale presa di coscienza: chiunque assista a questo spettacolo non può uscire dalla sala indifferente.

La politica locale e il nodo Miccichè-Cirino

Un aspetto che rende ancora più attuale lo spettacolo è il legame tra Andrea Cirino e l’attuale amministrazione. Mentre il suo libro denuncia il sistema di potere e l’incapacità della politica di rispondere ai reali bisogni della città, la sua stessa figlia, consigliera comunale, è in attesa di un possibile ingresso in giunta sotto la guida del sindaco Francesco Miccichè.

Questo scenario solleva un interrogativo scomodo:

Cirino sarà disposto a sacrificare la coerenza della sua denuncia in nome della carriera politica della figlia?

Un’opera che lascia il segno

“Tutta colpa di Solone” non è solo un libro né solo uno spettacolo teatrale: è uno specchio impietoso di una realtà che molti preferirebbero ignorare.

Mentre Agrigento celebra la Festa del Mandorlo, applaudendo alle sue radici culturali e folkloristiche, il teatro Pirandello ci ricorda che la vera cultura non è solo tradizione, ma anche denuncia e riflessione critica.

Per chi vuole andare oltre la facciata delle celebrazioni, questo spettacolo è un appuntamento imperdibile.

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FOTO DI DIEGO ROMEO:

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