Di Rosa: “Agrigento è fallita, i soldi dei poveri distratti. Serve una nuova rotta con comitati di quartiere e aziende speciali”
Monserrato è stata la terza tappa del progetto “Tutti insieme per una città normale”, l’iniziativa civica promossa da Giuseppe Di Rosa che sta attraversando i quartieri di Agrigento per ascoltare i cittadini e presentare un piano di rinascita amministrativa.
Davanti a decine di residenti, Di Rosa ha puntato il dito contro lo stato di abbandono che caratterizza il popoloso quartiere: scuole chiuse da decenni, strutture mai inaugurate, campetti di calcetto lasciati al degrado, collegamenti interni malridotti. “Monserrato, Villaseta, Fontanelle, Giardina Gallotti e San Michele messi insieme – ha ricordato – contano oltre 20mila abitanti: più di quanti ne vivono nel centro città. Eppure qui lo Stato e il Comune sono assenti”.
I comitati di quartiere
Di Rosa ha rilanciato la proposta di ripristinare i comitati di quartiere istituzionalizzati, come già previsto dallo statuto comunale, “perché possano collaborare direttamente con il Consiglio comunale, l’Ufficio di Presidenza e i capigruppo”.
“Non siamo i poliziotti della politica – ha precisato – siamo i sorveglianti del popolo, quelli che controllano chi dovrebbe amministrare e non lo fa”.
Le accuse alla giunta Miccichè
Non sono mancate le critiche all’attuale amministrazione comunale, definita “la peggiore degli ultimi trent’anni”. Di Rosa ha ricordato lo scandalo che ha travolto l’ex capo di gabinetto del sindaco, arrestato mentre gestiva anche il comando della Polizia Locale, i servizi sociali e il Distretto D1, che solo nel 2022 ha distribuito circa 12 milioni di euro.
“Soldi – ha detto – elargiti a pioggia senza un solo verbale regolare, fino a quando non siamo intervenuti noi con le nostre denunce”.
“Comune fallito e bilanci truccati”
Il cuore dell’intervento si è concentrato sui conti del Comune. “Abbiamo lanciato un’OPA pubblica – ha spiegato – come si fa quando si vuole acquisire un’azienda: stiamo studiando i bilanci dal 2016 al 2024. E abbiamo scoperto che Agrigento è tecnicamente fallita”.
Secondo i dati esposti, il buco ammonta già a 5,5 milioni di euro, ma la cifra reale sarebbe almeno doppia. Di Rosa ha denunciato la sparizione di oltre 5,8 milioni di euro destinati dal Ministero a servizi per i più deboli, tra cui:
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Fondo Povertà 2018-2020: 2.456.482,25 €;
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Centri estivi per minori: 932.016 €;
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Rete idrica: 1.172.648,69 €;
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Altri finanziamenti per centro storico, servizi di cura e infanzia, pari opportunità.
“Questi soldi – ha accusato – sono stati sottratti alle famiglie più fragili. È distrazione di denaro pubblico, in un’azienda privata si chiamerebbe bancarotta fraudolenta”.
Il progetto di rilancio
Di Rosa ha illustrato anche i cardini del progetto civico:
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la creazione di due aziende speciali comunali per gestire patrimonio e servizi sociali, con l’obiettivo di garantire continuità agli Asacom e alle fasce deboli;
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il ritorno a una terza azienda speciale già prevista per gli eventi, dalle feste patronali ai concerti, per rilanciare turismo e socialità;
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la firma preventiva delle dimissioni del futuro sindaco sostenuto dal movimento: se entro due anni non manterrà gli impegni, dovrà lasciare l’incarico.
“Non vogliamo più marionette – ha detto – ma persone capaci di sapere dove mettere le mani. Se entro i primi sei mesi non saranno create le aziende speciali, quel sindaco dovrà andare a casa”.
Le elezioni del 2026
Infine un passaggio sulle elezioni: “Si voterà tra aprile e maggio 2026, perché qualcuno ha regalato otto mesi in più a questa giunta. Noi saremo pronti a presentarci con un nostro candidato o a sostenere un nome credibile. Ma una cosa è certa: questo sistema va smantellato. Agrigento deve tornare a essere una città normale”.

