Com’è finita? Boh….! Nessuno dal Comune, in primis il sindaco direttamente o tramite portavoce (da noi interpellato) ha avuto modo di fornire qualche elemento utile a informare i cittadini, su quanto accaduto mercoledì scorso, dinanzi la Corte dei Conti della Regione Siciliana. Ma cosa è accaduto? E’ stata aperta ufficialmente l’udienza dedicata alla gestione dei fondi pubblici stanziati per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Un progetto celebrato, propagandato e fotografato ovunque. Ma che, alla prova dei fatti, si sta rivelando un pantano di ombre, affidamenti diretti, eventi estemporanei, per pochi e – soprattutto – assenza totale di trasparenza. L’inchiesta era stata annunciata a febbraio. La Sezione di Controllo della Corte dei Conti ha inserito la verifica del programma tra le priorità del 2025: si tratta, infatti, di uno degli interventi più significativi sul piano economico e culturale della Sicilia di quest’anno. In ballo, almeno 12 milioni di euro di risorse pubbliche gestite, o in fase di gestione, da Comune, Parco Valle dei Templi, Fondazione Agrigento 2025, Regione Siciliana e Soprintendenza.
Chi doveva essere ascoltato
I magistrati relatori Giuseppe Di Prima e Salvatore Pilato avevano disposto la trasmissione della delibera di accertamento contabile alle principali istituzioni coinvolte. All’udienza di mercoledì scorso sono stati chiamati o destinatari della comunicazione ufficiale: ECLI_IT_CONT_2025_36SRCSIC-GEST
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Il Presidente della Regione Siciliana
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L’Assemblea Regionale Siciliana
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L’Assessore Regionale alla Cultura
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Il Sindaco di Agrigento Franco Miccichè
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Il Presidente del Consiglio Comunale di Agrigento
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Il Presidente della Fondazione Agrigento 2025
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Il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Agrigento
Al momento nessuno parla o, addirittura, come nel caso del presidente del Consiglio comunale Giovanni Civiltà, raggiunto poco fa telefonicamente, dice “di non avere ricevuto alcuna convocazione”. Dagli altri convocati, silenzio. L’obiettivo della Corte è verificare la sana e buona gestione delle risorse pubbliche: soldi destinati alla promozione culturale della città che, almeno finora, non hanno prodotto né un reale rilancio turistico né una trasformazione visibile della città. Agrigento è ancora senza acqua pubblica, senza bagni, senza aree attrezzate per eventi, con vie del centro storico al buio e un decoro urbano inesistente. Mentre si continuano a destinare milioni di euro ad affidamenti diretti, comunicazione, consulenze, micro-festival e spettacoli a scadenza breve. L’attività istruttoria della Corte potrebbe far emergere criticità enormi, comprese responsabilità contabili per gli amministratori coinvolti. In particolare, la selezione dei progetti, le modalità di spesa e l’assenza di gare pubbliche rappresentano nodi gravi. Il sospetto è che, ancora una volta, il “Sistema Agrigento” stia svuotando di senso un’occasione irripetibile. Ad oggi nessuna notizia è trapelata sull’udienza, tutti zitti e coperti. Le domande sono tante: l’udienza si è svolta regolarmente? Chi ha parlato? Di cosa si è parlato? Quali saranno le prossime tappe? Non essendo facile avere informazioni dai giudici della Corte dei Conti, sarebbe stato bello che gli organismi istituzionali coinvolti dessero alla popolazione qualche informazione sulla evoluzione dei fatti. Ad Agrigento e non solo si dice “mutu cu sapi u iocu”. Report Sicilia avrà modo di saperlo prima o poi “u iocu” in corso. In ballo c’è la verità su cosa ne stiano facendo dei milioni che stanno piovendo su alcune tasche, senza alcun vantaggio diretto per la città

